La polemica

Dopo la pubblicazione degli elenchi, con rispettivi indirizzi, di tutti i beni demaniali di proprietà della Fondazione Policlinico, oggi tocca all’Istituto Pio Albergo Trivulzio che in nome della trasparenza ha promesso di mettere on line la lista delle case di proprietà. Gli elenchi usciti fino ad ora dal Comune (di cui oggi pubblichiamo, nel grafico a sinistra, il quarto elenco aggiornato) e dal Policlinico, sono completi di indirizzi degli immobili, delle metrature e dei corrispondenti canoni di affitto, ma non dei nomi degli intestatari. Per questi, per quanto riguarda il Policlinico, bisognerà aspettare qualche settimana e non qualche ora per permettere all’Autorità garante della privacy di prendere una decisione. Lo stesso discorso vale per il Pio Albergo Trivulzio: «Se l’Autorithy si esprimerà positivamente - si legge nella nota diffusa venerdì - sarà cura dell’Azienda pubblicare sul sito anche i nomi degli inquilini degli alloggi di proprietà». Diversa la posizione di Palazzo Marino che ha deciso di non pubblicare i nomi «per salvaguardare la privacy degli intestatari dei contratti di affitto» come spiegava il sindaco.
Ed è proprio sulla cosiddetta «Operazione trasparenza» che si sollevano le critiche in primis degli addetti ai lavori ovvero l’Associazione milanese della Proprietà Edilizia. «La recente vicenda delle affittanze degli immobili comunali e di altri enti pubblici e parapubblici - attacca il presidente Achille Colombo Clerici - fa riflettere su un aspetto non di scarso rilievo: la modalità con la quale nel nostro paese si pratica il trattamento agevolativo verso le istituzioni private che pur svolgono, in via di sussidiarietà, attività di interesse collettivo e a carattere non lucrativo. Si dice: queste istituzioni vanno sostenute. E la modalità più seguita è quella di disporre provvidenze sotto forma di esenzioni fiscali e abbuoni diretti di spese, corrispettivi e oneri dovuti agli enti pubblici. In questo quadro si inseriscono i contratti di locazione a canoni di favore». Il riferimento è agli alloggi della fondazione Policlinico che con l’entrata in vigore della legge 431 decise di dare gli alloggi in locazione a prezzi concordati con i sindacati, circa il 50% del valore di mercato, in cambio di sgravi fiscali.
«Credo che questa prassi presenti aspetti molto criticabili - continua Colombo Clerici - perché, essendo la “provvidenza” disposta in modo discrezionale dall’ente pubblico ed operando la stessa “in negativo” in quanto elimina la possibilità di identificare il beneficio, non permette alcuna trasparenza amministrativa.

Più corretto sarebbe intrattenere con le istituzioni stesse rapporti commerciali ordinari, sulla base di criteri di mercato e poi intervenire con contribuzioni “in positivo” che risultino nei bilanci degli enti pubblici».

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