Cronaca locale

I politici prendono il taxi e bocciano Uber

Lupi, Maroni e Pisapia dicono no alla «app» che permette ai privati di trasportare i clienti. Sindacati soddisfatti

I politici prendono il taxi e bocciano Uber

Uberpop è illegale, non lo è Uber ma deve rispettare la leg­ge che regolamenta il servizio di noleggio auto con conducen­te. Questo il teorema delle istitu­zioni che si sono riunite ieri po­meriggio in prefettura sul tema taxi.

«Qualsiasi app o innovazio­ne che eroghi un servizio pub­blico non autorizzato compie un esercizio abusivo della pro­fessione: non è permesso e non si può fare, che si chiami Uber o in qualsiasi altro modo» le paro­le del ministro dei Trasporti Maurizio Lupi. «Non accettere­mo nessun caso che violi una norma che è chiarissima e non si presta a nessuna interpreta­zione ». Lupi ha spiegato che il servizio pubblico non di linea può essere erogato unicamen­te dai taxi e dagli Ncc (noleggio con conducente): «Nel momen­to in cui viene fatto un servizio pubblico non autorizzato non ci sarà alcuna tolleranza». «Il ministro evoca violazioni di legge da parte di Uber, per lisciare il pelo alla corporazione dei tassisti - attacca il deputato di Scelta Civica, Gianfranco Librandi - ma non specifica quale sarebbe la violazione, perché forse sa bene che Uber opera nella piena legittimità».

«Non siamo nè contro una app nè contro l'innovazione ma siamo contro l'illegalità da qualsiasi parte provenga»: ha detto il sindaco Giuliano Pisapia, al termine dell'incontro con i rappresentanti dei tassisti. «Se si usa una app in maniera illecita si mette a rischio l'utenza e chi concorre a commettere questo reato ne risponde anche lui», ha spiegato Pisapia.

Tradotto: Uber pop, ovvero l'applicazione di car pooling a pagamento viola le legge (l'articolo 29 comma 1 quater decreto milleproroghe) che prevede che non sia possibile ricevere un corrispettivo in denaro per la condivisione dell'auto o meglio car pooling, e non offre nessuna garanzia in termini di sicurezza ai clienti. È sanzionabile quindi sia l'app che il guidatore. Così Uber deve rispettare le regole che disciplinano il servizio di noleggio auto con conducente: l'obbligo di partire e tornare nell'autorimessa dopo aver effettuato il servizio, e la richiesta di una tariffa fissa. In pratica? I controlli saranno massicci e seguiranno gli indirizzi stabiliti nel pomeriggio dal Comitato per l'Ordine e la Sicurezza. Le forze dell'ordine affiancheranno le pattuglie dei vigili negli interventi mirati, partiti già questa notte. Raddoppiati quindi gli uomini nei punti caldi: le zone della movida, soprattutto di notte, e gli aeroporti.

«La normativa vigente non consente l'uso dell'app Uberpop», ha ribadito il presidente della Regione Roberto Maroni, spiegando che «la legge è chiarissima e non si presta a nessuna interpretazione». Agli atti manca ancora però il decreto attuativo legato al milleproproghe: settimana prossima si riunirà il tavolo tecnico che consentirà di accelerare l'iter. «Quando incontreremo il ministro ne discuteremo. Noi siamo sempre pronti a dialogare». Così la general manager di Uber Italia, Benedetta Arese Lucini, si limita a commentare le decisioni emerse dall'incontro in prefettura. «Noi stiamo preparando una proposta di modifica dei cinque punti del documento dell'assessore Maran. Siamo sempre felici di dialogare».

Soddisfatti i taxisti che hanno presentato al ministero le loro richieste, articolate in otto punti. «Finalmente in modo chiaro ci è stato confermato - esulta il delegato taxi dell'Unione Artigiani, Pietro Gagliardi, - che le nostre proteste sono fondate». Una vittoria importante per i delegati dei tassisti, che hanno lanciato un appello immediato a tutti i colleghi - che in 500 hanno atteso l'esito del vertice in corso Monforte - per interrompere tutte le forme di contestazione.

In serata hanno ripreso il servizio, dopo l'ennesimo appello delle istituzioni: «Non possiamo tollerare che si interrompa il servizio pubblico».

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