Poliziotto con la protesi. Bruno resta in divisa anche senza una gamba

Amputato dopo un grave incidente stradale l'agente ribalta la prassi che impone l'addio

Poliziotto con la protesi. Bruno resta in divisa anche senza una gamba

L'agente Bruno ha vinto: non dovrà abbandonare la divisa, come prevedevano le regola della polizia fino a oggi, nonostante l'amputazione di una gamba. La storia a lieto fine di Bruno Varacalli, poliziotto 33enne del commissariato Lambrate, è raccontata dal profilo Facebook di «Agente Lisa», l'angolo social della polizia di Stato.

Il 5 settembre 2017 Varacalli, che era in servizio alle Volanti, è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale. Era sulla A4, tra i caselli di Brescia Ovest e Brescia centro, stava rientrando dalle vacanze. A causa dell'esplosione del copertone di un tir ha perso il controllo della sua moto ed è cauto sull'asfalto, dove è stato travolto da un altro mezzo. È stato portato agli Spedali Civili e durante gli undici giorni di coma i medici hanno dovuto amputargli la gamba destra. In ospedale ha ricevuto la visita del capo della polizia Franco Gabrielli, cui ha espresso il desiderio di rimanere nonostante tutto un poliziotto. E Gabrielli gli ha promesso che la divisa non gliela avrebbe tolta nessuno. «Praticamente chiunque - scriveva Agente Lisa nel marzo del 2018 - avrebbe pensato la mia vita è cambiata per sempre e il mio sogno di essere un poliziotto è finito. Ma non lui. Ora che la tecnologia può restituire quasi totalmente la normalità della vita quotidiana a chi ha subito gravi amputazioni Bruno ha intenzione di lottare con tutte le sue forze per mantenere la sua amata divisa, pur se in servizi diversi da quelli operativi. Ha due grandi alleati nella sua lotta. La sua determinazione e il recupero del 90 per cento delle funzionalità della gamba grazie alla protesi. Il nostro Capo lo ha chiamato subito dopo l'intervento chirurgico e gli ha promesso che lo accompagnerà nella sua missione di cambiare l'attuale prassi che lo vedrebbe rinunciare alla divisa. I tempi cambiano e stare al passo con i tempi è la mission».

I mesi dopo l'incidente Bruno li ha trascorsi a lavorare su sé stesso. Non si è scoraggiato, ha preso confidenza con la protesi, ha fatto la riabilitazione, si è allenato. Passo dopo passo è tornato a correre e a fare sport, è diventato paratleta e si è laureato. Ora arriva la conferma ufficiale: sarà il primo agente amputato a poter mantenere la divisa. «Abbiamo vinto - scrive sui social -. Non è una mia vittoria, è una vittoria di tutti, della mia compagna che mi ha sempre sostenuto, della mia famiglia, anche se lontani facendo il tifo per me, dei miei amici, di tutti voi che mi seguite e mi date la carica, colleghi e superiori che mi hanno supportato, della polizia di Stato che ha dimostrato ancora una volta di essere una grande istituzione, una famiglia che non abbandona i suoi figli.

Di essere al passo con i tempi evolvendosi in modo straordinario, credendo in me e nelle mie capacità, nonostante la mia disabilità». La polizia spiega: «La prassi prevedeva il passaggio ai ruoli civili per via dell'inidoneità fisica.

Ma i tempi cambiano e Bruno aveva dalla sua anche la fiducia del nostro capo che quando era in rianimazione gli ha sussurrato: Bruno è giunto il momento di raccogliere quanto hai seminato. La divisa ce l'hai cucita addosso e mai nessuno te la toglierà. Bruno potrà continuare a fare l'investigatore, cosa che gli riesce anche piuttosto bene a sentire i suoi superiori».

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