I polmoni possono sopravvivere 30 ore fuori dal corpo, succede al Policlinico di Milano come primo caso al mondo. Una tecnica rivoluzionaria ha triplicato la resistenza di questi delicati organi nell'attesa del trapianto. Si è aperta così la strada a una nuova possibile fonte di organi per la donazione, che potrebbe accorciare sensibilmente le liste d'attesa.
I polmoni, che sono tra gli organi più delicati e i primi a deteriorarsi quando il cuore del potenziale donatore smette di battere, possono resistere 6-8 ore in attesa di essere trapiantati. Gli esperti del Policlinico sono riusciti a portare questo tempo oltre le 30 ore: un primato a livello mondiale, ottenuto combinando le classiche tecniche di raffreddamento a procedure per «ricondizionare» e preservare l'organo. Questo potenzialmente apre a una nuova via per candidare sempre più organi al trapianto, accorciando di conseguenza anche le liste d'attesa per i pazienti.
Il nuovo percorso è stato applicato ad un giovane paziente colpito da una insufficienza respiratoria terminale legata alla fibrosi cistica, che a febbraio ha ricevuto due nuovi polmoni. Un intervento chirurgico di per sé usuale al Policlinico, centro di riferimento nazionale per questa patologia e che ha una delle più alte casistiche per il trapianto di polmoni d'Italia.
L'eccezionalità del caso: il donatore, un cinquantenne, era «a cuore non battente di tipo non-controllato o inatteso», una modalità che in Italia è ancora poco utilizzata; il secondo è che i polmoni non potevano essere trapiantati subito.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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