Pool di economisti e giudici per indagare sul buco di Penati

Una commissione speciale per valutare il rosso lasciato in eredità alla Provincia dal suo rosso ex presidente Filippo Penati. Ieri il nuovo inquilino di Palazzo Isimbardi Guido Podestà ha ufficializzato la costituzione di una commissione di esperti che lavorerà  per monitorare la situazione finanziaria e patrimoniale di via Vivaio. A fare parte della commissione, che ha a disposizione 60 giorni di tempo, sono stati chiamati il magistrato della Corte dei Conti Rocco Colicchio e i docenti dell’Università Bocconi Giovanni Valotti e Giuseppe Franco Ferrari. «L’istituzione di quest’organismo, terzo rispetto all’ente, era stata anticipata dal presidente Podestà all’atto dell’insediamento a Palazzo Isimbardi - si legge in una nota diffusa dalla presidenza -. Non appena, cioè, gli uffici della Provincia segnalarono un disavanzo di 40 milioni di euro nel bilancio di previsione 2009 approvato dalla precedente amministrazione».
Da dove arriva il buco da 40 milioni di euro? Dalle minori entrate ovvero l’imposta provinciale di trascrizione delle auto e l’addizionale provinciale sul consumo di energia e dalla maggiori spese rispetto al previsionale. La finanza allegra di Penati, infatti, passa anche per regali e interventi elettorali fatti senza tenere conto delle possibilità economiche delle casse dell’amministrazione. «Si sono utilizzate risorse che non erano utilizzabili per dare contributi alle famiglie in difficoltà - aveva detto il neopresidente Guido Podestà - e viene il sospetto che siano state fatte scelte da campagna elettorale».
Per far fronte alla situazione, però, la giunta di Palazzo Isimbardi non ha perso tempo e si prepara ad approvare la delibera sulla variazione di bilanci che verrà votata durante la prossima riunione martedì prossimo, e il documento sull’equilibrio di bilancio- in agenda il 15 settembre, che per legge devono essere sottoposte al vaglio del consiglio entro il 30 settembre.
Martedì scorso, però, l’assessore al Bilancio di Palazzo Isimbardi, però, ha dovuto metter in riga i suoi assessori e chiedere loro di mettere mano alle forbici: in questi giorni i titolari dei diversi dicasteri stanno infatti analizzando le voci di spesa per vedere dove poter tagliare. Gli assessori si sono impegnati, entro la fine della settimana, a mettere sul tavolo di Squeri le relazioni. Qual è la mia politica? «Intanto stiamo portando avanti il trasferimento dei 420 dipendenti alla neo nata provincia di Monza - risponde Squeri - quello che farò sarà ritardare il più possibile le nomine dei dirigenti vacanti, che saranno sostituiti da dirigenti ad interim».
L’inquilino di Palazzo Isimbardi ha lanciato due giorni fa un’altra proposta, attualmente allo studio degli uffici per cercare di recuperare parte del debito: mettere in vendita i gioielli di famiglia, ad eccezione chiaramente di palazzo Isimbardi, lo spazio Oberdan, casa provinciale della cultura e del polo dell’Innovazione di via Soderini, che ancora dev’essere ultimato.

Sul mercato saranno messi quindi gli immobili di via Piceno, via Petrarca e porta Vittoria per un valore stimato di 120 milioni. Al loro posto sarà acquistato un edificio nei pressi di via Vivaio, che ospiterà uffici e sedi decentrate.

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