«Un contesto di numerose ed endemiche corruttele che governavano e verosimilmente continuano a governare l'assegnazione degli appalti all'interno del Comune di Milano»: è un macigno il brano dell'Ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip Alfonsa Ferraro a tirare le somme dell'indagine che ieri ha portato agli arresti di due dirigenti e un funzionario di Palazzo Marino accusati, a vario titolo, di corruzione e concussione.
L'aspetto più preoccupante è che i tre dipendenti pubblici finiti in manette continuavano a ricoprire fino a ieri, come sottolinea lo stesso giudice, «ruoli di vertice all'interno dell'Amministrazione comunale in settori pertinenti ai lavori pubblici». Armando Lotumolo, 63 anni, Stanislao Innocenti, 59, e Massimiliano Ascione, 49, sono stati comunque sospesi con effetto immediato. Gli arresti sono conseguenza dell'inchiesta affidata nell'autunno del 2015 dal pm Luca Poniz e dal procuratore aggiunto Giulia Perrotti al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza su un presunto giro di mazzette e appalti pilotati nell'edilizia scolastica e popolare. Lotumolo e Innocenti erano già indagati nella prima tranche dell'indagine che aveva portato in carcere altre quattro persone tra dipendenti comunali e imprenditori e al sequestro, tra l'altro, di 32 lingotti d'oro.
«Sono fatti che si rifanno ad anni fa - interviene il sindaco Giuseppe Sala -. I dirigenti erano stati spostati in uffici in cui non avevano più nessun contatto con l'esterno e non si occupavano di gare. Il Comune sta vigilando il più possibile. Da quanto capiamo ci sono altri coinvolti». I nuovi episodi contestati dalla Procura, emersi dalle intercettazioni e dalle dichiarazioni di alcuni dei vecchi indagati, risalgono al periodo tra fine 2012 e settembre 2015. Sono emersi, aggiunge il giudice, «un sistema nel quale ogni dipendente pubblico, titolare di un ruolo che attribuisce un potere, strumentalizza la funzione pubblica a interessi personali» e una «spartizione (degli appalti, ndr) concordata tra gli imprenditori e avallata dai pubblici funzionari».
Ascione, in Comune dal 1997, titolare di «posizione organizzativa» alla Direzione centrale tecnica Settore scuole e strutture sociali e incaricato della direzione avori di alcuni importanti appalti, avrebbe ricevuto da Marco Volpi 100mila euro in contanti ricavati con «fatturazioni fittizie» e un orologio da 11mila euro. Dall'imprenditore titolare della Professione edilizia srl e incaricato della Siva srl arrestato nel 2015 il funzionario avrebbe preteso una «ricompensa» del 5 per cento su un appalto da 2 milioni in cambio delle certificazioni indispensabili per costruire. Al centro della spartizione «pianificata a tavolino», il bando di gara (2011) dei lavori in cinque lotti per l'«idoneità statica» delle scuole. Volpi e Ascione si incontravano al ristorante «Dalla zia» accanto alla sede comunale di via Pirelli. Mentre le bustarelle, che un intercettato chiama «caramelle», venivano consegnate anche negli uffici dei dirigenti pubblici. Negli atti Lotumolo, fino a ieri dirigente all'Unità gestione sicurezza degli immobili scolastici-sedi di lavoro, e Innocenti, fino a ieri dirigente del Settore sportello unico per l'edilizia, sono indicati dagli altri indagati con il piano delle loro stanze: «Quello del 13esimo» o «quello del 19esimo».
Al primo Volpi, in qualità di rappresentante del Consorzio milanese scarl, avrebbe consegnato 6mila euro e al secondo 13.500. I due avrebbero anche ricevuto in regalo alcuni tablet. E Lotumolo avrebbe ottenuto dall'azienda Christian color srl lavori nel centro estetico della figlia.
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