
Prada si allarga ancora. Sposterá da via Pellico al Salotto l'ingresso del Museo della Fondazione che realizzerá nella mega-boutique aperta al posto di McDonald's. Feltrinelli, che soffre la crisi del settore libri, e più ancora della musica, in cambio di 6,5 milioni di buonuscita cederá alla griffe 2 vetrine e il piano ammezzato. L'entrata di Feltrinelli si sposterá sulla vetrina a fianco ma debutterá come insegna al posto di «RicordiMediaStores». Non finisce qui il nuovo valzer all'Ottagono. Dopo lo stop ad aprile, va in porto la cessione di ramo d'azienda tra Versace e la storica argenteria Bernasconi, che vista la crisi incassa 15 milioni dalla griffe e chiude bottega prima del 2020, scadenza naturale del contratto. Il Comune che ci guadagna? Cinque milioni di affitto in più in 7 anni. Bernasconi godeva dello sconto riservato alle botteghe storiche, Versace per i 255 metri quadri pagherá il canone pieno e raddoppiato. Si passerá da 329.480 euro a 732.182 all'anno (il 120% in più). Prada pagherà 732.182 mila euro l'anno fino al 2018, piú del doppio della libreria. Ma gli assessori ai Lavori pubblici Carmela Rozza e al Demanio Daniela Benelli puntano l'occhio sull'incasso «bis»: l'accordo prevede che Prada e Versace (Feltrinelli per una quota minore) versino 3 milioni per la pulitura completa delle facciate interne entro l' Expo. Palazzo Marino aveva destinato 1,5 milioni per il restauro della parte bassa e sposterà la cifra sulla manutenzione dei fregi. «Così nel 2014 investiremo 4,5 milioni per i lavori» conclude la Rozza. «Tuteliamo il mix: cultura con la libreria che era a rischio, ristoranti, commercio» spiega la Benelli. Chissà se basterà a quella sinistra che ha protestato per anni su un Salotto sempre più per ricchi. E dopo le accuse agli ex sindaci Albertini e Moratti per le trattative d'oro tra privati, anche la giunta arancione ammette che il meccanismo della cessioni di ramo d'azienda è inevitabile. Versace paga 15 milioni a Bernasconi, Prada 6,5 a Feltrinelli, sembrano quasi spiccioli al confronto i soldi finiti in cassa al Comune. Silenzio per ora su un possibile contributo da Armani. La Corte dei conti dopo l'esposto Pdl sta esaminando lo scambio di spazi tra lo stilista e Zadi. «Speriamo che sia di stimolo per altri inquilini» auspica la Rozza. Il presidente dell'aula Basilio Rizzo che da sinistra ha accusato gli ex sindaci sul sistema delle buonuscite è «contrarissimo» all'operazione. É «inaccettabile che da privato a privato in tempi di crisi passino 15 milioni per un bene della collettività. Anche se lo scambio é nella legge, la giunta si deve ribellare».
Per De Corato (Fdi) «la Galleria sta diventando un grande atelier». Le griffe critica De Pasquale (Fi) «si aggiudicano senza gara spazi pregiati e il Comune non valorizza il bene. Serve un fondo di gestione immobiliare».