Pre-saldi, i negozianti sfidano il divieto

Pre-saldi, i negozianti sfidano il divieto

Scelgono il rischio. Un rischio consapevole e quantificato in un migliaio di euro. Eppure parecchi negozianti preferiscono mettere in conto di pagare la multa da 1032 euro ma continuare a fare i saldi fino a Natale, piuttosto che perdere qualche cliente. Da lunedì scorso, 25 novembre, in Lombardia è vietato per legge pubblicizzare gli sconti. E lo sarà fino al 3 gennaio compreso. Pena: una multa da 1032 euro che per negozi di piccole dimensioni non sono proprio due spiccioli. Ma basta entrare in questi giorni in qualsiasi negozio nel centro, ma anche nella prima fascia circostante, per rendersi conto che il divieto non è rispettato. In modo plateale, o «sussurrato». Ci sono vetrine tappezzate di «50% off», «sconti» «promozioni» con cartellini che riportano il doppio prezzo. Ma anche chi non sbandiera ai quattro venti le offerte già avviate, «sussurra» l'allettante possibilità appena varchi la soglia. «Buongiorno, su tutti gli articoli facciamo il 50 per cento di sconto. Lo può calcolare dal cartellino», invoglia una commessa in un negozio di abbigliamento in corso Vercelli. Tutti lo sanno. Tra rischiare di rimanere senza clienti e rischiare la multa, la maggior parte dei commercianti quest'anno ha già fatto la sua scelta. Almeno in città, a Milano. Lo sanno anche a Federmoda tanto che hanno inviato mail e circolari ai loro associati avvertendo del rischio. «Abbiamo invitato i commercianti a ritirare i cartellini con gli sconti a tornare al prezzo unico e non tenere in bella mostra il doppio prezzo - commenta Giuliano Pennati direttore di Federmoda dell'Unione del Commercio - Ma questa è la fotografia del momento. C'è la crisi, non si vende». Una crisi che a suo parere ha già portato a un calo del 12 per cento dei consumi. «Puntiamo sul Natale, ma ci sono negozi che da quest'estate non hanno mai smesso di fare sconti», conferma Pennati. Lo scorso anno la Regione aveva avviato una sperimentazione, permettendo gli sconti anche nel mese prima di Natale e prima di luglio. Alla fine era stato fatto un sondaggio tra i commercianti della Lombardia. Il 54 per cento aveva scelto di tornare al divieto di pre-saldi. «Svendere in questo momento - fa notare ancora Pennati - significa vanificare quel po' di margine prima di Natale». Però quel plus-guadagno rischia di perdersi se in negozio non entra nessuno in attesa degli sconti. «In Lombardia ci sono realtà molto diverse - commenta Alessandro Prisco di AscoDuomo che riunisce i negozianti del centro città - L'associazione ha dovuto fare una macedonia delle esigenze e il risultato è stato questo. Purtroppo a Milano ognuno fa quello che vuole. E multe o non multe i commercianti preferiscono anticipare le svendite per fare cassa». Dati alla mano infatti nei due mesi in cui era stato abolito il divieto le vendite erano aumentate. Anzi, secondo Prisco quei due mesi erano stati gli unici due in cui avevano registrato un incremento.

A suo parere l'unica strada percorribile per ossigenare i commercianti, è la liberalizzazione: «Ogni negoziante deve fare quello che può». Nel frattempo fanno gli sconti con la speranza che non si scatenino i vigili dell'Annonaria a rilevare le violazioni «sulla legge per le vendite speciali».

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