Alla fine Attilio Fontana stacca Giorgio Gori di venti punti in Lombardia. E anche a Milano, in teoria terreno di caccia riservato al Pd, la partita finisce con un sostanziale pareggio. Nell'unica città italiana che non ha del tutto voltato le spalle a Matteo Renzi e ai suoi, il candidato del Pd è arrivato a quota 41,1%, mentre il neo governatore ha toccato il 40,1%. Alcune migliaia di schede di differenza fra i due. Terzo candidato come previsto, Dario Violi con il 14,2%, poi Onorio Rosati, che con Liberi e Uguali si è arenato a un deludente 2,7%, una percentuale che a livello lombardo non avrebbe ovviamente consentito di riaprire una partita già chiusa. Briciole per gli altri, da Massimo Gatti di Potere al popolo (0,9%), Angela De Rosa di Casapound (0,7%) e Giulio Arrighini di Grande Nord (0,1%).
Quanto al voto di lista, in città il Pd resta primo partito, ma si ferma al 22,9%, sideralmente lontano dai livelli delle elezioni europee, che avevano regalato ai Democratici l'illusione di rappresentare in pratica un milanese su due. Alle spalle del Pd, la Lega, che notoriamente a Milano non ottiene mai risultati travolgenti. Ebbene stavolta ha raggiunto un ottimo 18%. Sul terzo gradino del podio Forza Italia al 16,1%, appena sopra il Movimento 5 Stelle, che continua a crescere anche a Milano, finora il suo tallone d'Achille, toccando un significativo 15,2%. A seguire le altre liste, da «+Europa», che nel voto regionale ridimensiona l'exploit tutto milanese delle Politiche.
Dentro le liste, la sfida nella sfida. E lo spoglio di Milano è molto avanzato (1200 sezioni su 1248). Nel Pd, che ha ottenuto in tutto 134mila voti, la partita l'ha vinta il segretario metropolitano Pietro Bussolati con 5.060 personali. Secondo un consigliere uscente, Fabio Pizzul (3.063), quindi l'assessore comunale alla Sicurezza Carmela Rozza (2.870) e a seguire Paola Bocci (2.754).
Nella Lega (100.000 voti) la sfida interna l'ha vinta Gianmarco Senna, superando con 2.114 voti Massimiliano Bastoni (1.206), Sara Fumagalli (329), Silvia Scurati (235) e altri candidati meno votati. Forza Italia ha ottenuto più di 94mila voti a Milano e il candidato più votato è risultato il capolista Giulio Gallera, assessore alla Sanità, che nel Comune capoluogo ha messo insieme la considerevole cifra di 5.550 preferenze. Seconda posizione, un po' a sorpresa, per Silvia Sardone, che da consigliera municipale ha compiuto in due anni un doppio salto fino al Pirellone. Per lei 4.692 preferenze e un'affermazione di grande rilievo anche a Sesto San Giovanni (2.700), città in cui è coordinatrice di Forza Italia, che ha portato dal 14,4% delle Politiche al 18% delle Regionali. Terza posizione per un altro consigliere comunale di Milano, Gianluca Comazzi, che ha ottenuto 3.686 voti. Quarto Fabio Altitonante, con 2.942 voti e un ottimo risultato anche nell'hinterland.
Nei 5 Stelle record relativo per la candidata Monica Forte, con 339 voti. In «+Europa» il più votato è stato Michele Usuelli con 525 voti, poi Valerio Federico con 393 preferenze. Per la lista Gori presidente, si segnalano i 1.712 voti di Elisabetta Strada. Tornando al centrodestra, Fratelli d'Italia con 20.348 voti, il capolista Riccardo De Corato ha ottenuto un ottimo bottino, pari a 1.925 voti, e dopo di lui Romano La Russa con 550 voti. In «Noi con l'Italia» exploit di Deborah Giovanati, assessore in zona 9, con 3.583 voti a Milano.
L'assessore Luca Del Gobbo ne ha ottenuti 2.516 ma l'ha superata nel resto della provincia. In «Energia con l'Italia» 835 preferenze per il capolista Manfredi Palmeri e 574 per l'ex assessore comunale Edoardo Croci.
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