Presi gli ultimi allibratori di San Siro

Sono una specie in via di estinzione, come la foca monaca, ma resistono nonostante la crisi del settore, anche se la loro età media si sta alzando in maniera preoccupante. Infatti quando la polizia li ha fermati, ha potuto constatare come all'ippodromo di San Siro gli allibratori clandestini fossero sempre gli stessi, gente di 70 anni o giù di lì. Nelle ultime due retate ne hanno denunciati sei, più un paio di scommettitori scoperti a puntare. Ma oltre la denuncia non si va e con ogni probabilità, presto torneranno a tenere banco, magari si faranno, ancora una volta, più prudenti.
San Siro rimane dunque il centro del gioco d'azzardo cittadino, anche se con volumi neppure lontanamente immaginabili rispetto alla «Milano da bere». Le tribune allora erano gremite, tremila persone per una corsa normale, anche 10mila per un gran premio. E le scommesse fioccavano. E giusto per non farsi mancare nulla, alla sera, spuntavano i dadi e cominciava un altro tipo di gioco. Con chi si ingegnava a fare da «vivandiere» vendendo a prezzi astronomici risottini allo champagne appena sfornati e calici di vino. In mezzo come pesci nel mare, nuotavano gli allibratori clandestini, persone un po' al limite con la malavita, pronti ad accettare scommesse. Offrendo sempre una quotazione superiore rispetto agli allibratori, perché non pagando tasse e imposte, avevano margini di guadagno superiore. Non a caso durante le corse, li trovavi a fianco dei picchetti per tenere d'occhio le loro quote e offrire quel mezzo punto in più.
Chiuso il campo di trotto, ridotta la stagione del galoppo, anche quello dei «bookmaker» sembrava un'attività in via di estinzione. Vuoi per il freddo, vuoi per gli acciacchi, sono andati a rifugiarsi proprio all'interno del punto Snai istituito all'interno dell'ippodromo. Già a ottobre gli agenti del commissariato Bonola, erano andati a tenerli d'occhio. E avevano notato la solita scena: arriva lo scommettitore, si informa sulla quota, fa la sua puntata, mediamente sui 50 euro, riceve uno scontrino, solitamente da quei blocchetti colorati usati per le tombole alle sagre. I soldi finiscono poi a un secondo signore, il cassiere, solitamente in disparte. E quando vince, il giocatore va a ritirare la quota da lui. Nessun limite alle scommesse: si può giocare sulle gare in corso a San Siro, ma anche su quelle di altri ippodromi.
Nella prima retata di autunno, finirono dunque, uno scommettitore e quattro allibratori. Ma ovviamente questo non è bastato, per cui a gennaio, quando i poliziotti sono tornati a tenere d'occhio la sala, hanno scoperto, e filmato, il solito via vai.

Alla fine gli investigatori si sono qualificati, hanno sequestrato il denaro puntato e hanno deferito all'autorità giudiziaria altre tre persone: un giocatore e un paio di picchetti. Sconfortante l'età media dei «bookmaker»: c'è un signore di 73 e uno addirittura di 75 anni. I reduci di una stagione d'oro che difficilmente potrà tornare.

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