Cronaca locale

Il presidente che vuole occupare le fabbriche

Il presidente che vuole occupare le fabbriche

Eccolo Basilio Rizzo, ieri mattina in testa al corteo dei metalmeccanici della Fiom a protestare contro il vertice Ue, minacciando di occupare le fabbriche. Una vita da equilibrista la sua, sempre in bilico tra il vellutato scranno di presidente del consiglio comunale (dove lo accusano di piegare il regolamento troppo a sinistra) e la barricata a cui non riesce a dir di no. Il richiamo della foresta di quel Sessantotto che lo forgiò, tanto da spingerlo a iscriversi a Fisica con indirizzo nucleare. «Scelta - racconta - legata al sogno di una energia “democratica” a basso prezzo e in grado di garantire alle nazioni in via di sviluppo una crescita economica adeguata con conseguente progresso sociale». Non andò così perché Rizzo («nato nel milanesissimo quartiere del Giambellino») in omaggio alla causa del proletariato, decise di rinunciare «al lavoro in azienda e di scegliere l'insegnamento per il maggior tempo libero che lasciava». Coerente avendo cominciato a far politica con i picchetti di solidarietà ai cancelli davanti alle fabbriche e dando vita ai primi comitati unitari studenti-lavoratori. «Le lotte studentesche a Città Studi ebbero un orientamento molto pragmatico: conquistammo i corsi serali per i lavoratori studenti e una didattica centrata sui gruppi di studio e non sull'“autoritaria” lezione ex-cathedra».

Facile capire perché i rapporti col sindaco Giuliano Pisapia di un Rizzo che nel frattempo ha seduto trentun anni a Palazzo Marino, non possano certo essere un idillio. E a poco conta che l'ultima volta ci sia entrato sotto il simbolo «Sinistra per Pisapia», quella gauche al caviale servita dai salotti buoni, al compagno (rimasto compagno) Basilio Rizzo è proprio indigesta. E infatti al vertice convocato da Pisapia per dare un po' di rotta al centrosinistra, lui non s'è fatto vedere. Provocando il veleno di Pisapia che lo ha accusato di essere addirittura più tenero con la destra che con lui. Proprio Rizzo. Che, per inciso, occupando la seconda carica in Comune, getta così ben più che un'ombra di legittimazione sull'autorità (e l'autorevolezza) del sindaco che ha già visto tramontare la sua rivoluzione arancione. Tumulata proprio dalla sinistra.

E così per respirare un po' di aria buona, essendo andato a letto ben prima dei colleghi trattenuti da Pisapia oltre mezzanotte, il compagno presidente Basilio Rizzo si è presentato di buon mattino in corteo. Lontano dal clima cupo del Comune e felice come un ragazzino. «Qui - arringava i metalmeccanici il segretario Fiom Maurizio Landini - c'è il Paese vero.

Quelli che pagano le tasse, quelli che si fanno il culo dalla mattina alla sera».

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