Preso tunisino a rischio radicalizzazione

Detenuto di 33 anni era scappato una settimana fa da una casa-lavoro nel Modenese

Preso tunisino a rischio radicalizzazione

Tunisino, 33 anni, in carcere a Perugia per reati legati alla droga, nei mesi scorsi era stato notato per i suoi atteggiamenti anti occidentali, facendo scattare la segnalazione. È da allora infatti che il suo nome compare nell'elenco dei detenuti a rischio radicalizzazione islamica, anche se non nel livello di maggiore pericolosità, ma in quello medio. La procedura d'urgenza per la sua evasione che ha innescato l'intervento della polizia è scattata però solo una settimana fa. Da un po' di tempo infatti il nordafricano era stato trasferito dal carcere umbro in una casa lavoro nel Modenese, a Castelfranco Emilia dopo che, per affrontare un percorso di reinserimento, aveva ottenuto la possibilità di rendersi utile al di fuori della cella. Così ogni sabato, sempre monitorato da un tutor, vendeva i prodotti dell'orto della casa lavoro in un mercatino bio solidale della località emiliana, con l'obbligo di fare ritorno nel tardo pomeriggio alla struttura.

Tutto è proceduto regolarmente fino a sabato 30 novembre. Quando, a partire dalle 18.30, il nordafricano si è reso irreperibile e alla casa lavoro non si è più visto. La sua fuga è finita solo cinque giorni più tardi, giovedì, a Milano. Quando i poliziotti della Digos, insieme ai colleghi di Modena, lo hanno catturato.

Subito dopo la sua sparizione la polizia si era messa al lavoro per rintracciarlo. Il primo luogo dove cercarlo secondo gli investigatori modenesi era senz'altro Gubbio, in provincia di Perugia, dove risiede una straniera. Con lei il tunisino aveva avuto una relazione dalla quale era nato un figlio. La donna si trova però in una struttura protetta che l'uomo ha accuratamente evitato di avvicinare.

Messa da parte la pista umbra, i poliziotti dell'ufficio politico di Modena hanno cominciato a intravvedere finalmente uno spiraglio di luce nella loro inchiesta solo mercoledì, quando il fuggitivo ha acceso per qualche istante il telefono cellulare, permettendo così d'intercettare la sua posizione, a Milano.

Giovedì all'alba tre uomini della Digos emiliana con l'aiuto dei colleghi meneghini, hanno individuato il magrebino che si trovava all'interno del parco di Largo Marinai d'Italia, in zona Monforte.

Quando sono scattate le manette l'uomo è stato trasferito a San Vittore. Per oggi è previsto il suo rientro a Castelfranco Emilia.

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