(...) Oggi grideremmo allo scandalo se qualche volontario cattolico, se non qualche prete, accompagnasse persone anziane o ingenue o poco istruite al seggio elettorale raccomandando loro di mettere il segno sul simbolo dello scudocrociato, pena qualche brutta sorpresa nell'aldilà. Ma quando queste cose succedevano il mondo era diverso. E non è detto che fosse poi un mondo tanto peggiore (anche in termini di libertà personale) rispetto a quello odierno. Il punto è un altro, e cioè che è venuta meno la fiducia nella politica come luogo deputato alla soluzione dei problemi. Continuiamo a invocare regole e leggi, ma intanto nessuno va più a votare. Ora, da sempre la Chiesa sa che la salvezza non viene dalla politica. Il guaio (diciamolo pure: grazie a Dio) è che la Chiesa è fatta di uomini, e che gli uomini capiscono veramente solo ciò di cui fanno esperienza. Che la politica non ci salvi l'anima si sa da sempre: occorre però toccarlo con mano, e a me pare che il tempo che stiamo attraversando sia fatto apposta per questo. È inevitabile infatti che una vita spirituale si esprima anche in una progettualità sociale e, quindi, anche politica. Nulla di strano insomma che il parroco strizzi l'occhio alla politica.
Ma i luoghi della politica vera, probabilmente, stanno cambiando: i vecchi templi della politica si svuotano, ma forse ne stanno nascendo di nuovi. Il problema non è più quello di stabilire se tutto questo sia giusto o meno, ma di constatare che il vecchio modello di rapporto tra fede e politica non ha più senso. Luca DoninelliPreti e politica È la fine di un'epoca
Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.