Prezzi calmierati e stanze in parrocchia per chi assiste un ricoverato

Alloggiano in hotel anche se non se lo possono permettere. Tre, quattro notti. Oppure finiscono nella trappola del racket degli affitti e pagano cifre stratosferiche pur di avere un monolocale a disposizione vicino all'ospedale. Sono i parenti dei pazienti ricoverati negli ospedali di Milano. Gente che arriva da fuori regione e affronta autentici viaggi della speranza che si traducono (sempre) in veri salassi economici. Gli affitti in nero arrivano superano anche i 500 euro a settimana. In aiuto delle famiglie arrivano le associazioni, intenzionate a creare una rete unica di accoglienza e ad unire le forze.
Ci sarà un call center comune al quale rivolgersi per prenotare un appartamento: con la massima trasparenza. Ci sarà un elenco con la disponibilità delle case e ci sarà anche una mappa della città per vedere quali zone sono coperte dal servizio e quali no.
Il progetto, a cui aderiscono cinque associazioni (Prometeo, Lega per la lotta contro i tumori, associazione Marta Nurizzo, Volontari ospedalieri, CasAmica), coinvolgerà anche le parrocchie e le varie realtà di volontariato presenti in città: gruppi che magari hanno qualche appartamento a disposizione ma che spesso non riescono a entrare in contatto con i parenti dei pazienti che partono dalla Basilicata o dalla Puglia. Ad appoggiare il piano-casa è la fondazione Cariplo, che ha già contribuito con un primo finanziamento.
Anche il consigliere del Pdl Mariolina Moioli, ex assessore alle Politiche sociali, ha preso a cuore l'iniziativa. «Presto incontrerò l'assessore Pierfrancesco Majorino - spiega - e insieme penseremo a come aiutare le associazioni». Il Comune potrebbe quindi destinare ai parenti extra regione parte degli appartamenti confiscati alla mafia, oppure prevedere agevolazioni sui trasporti pubblici. Come primo passo Palazzo Marino ha levato la tassa di soggiorno a chi alloggia nei residence o negli alberghi per assistere un parente ricoverato.
Il problema riguarda oltre 100mila persone all'anno (di cui 30mila in serie difficoltà economiche) ma per ora i posti letto a disposizione sono solo 500-600 e gli appartamenti ammontano a circa un centinaio. Ad oggi le cinque associazioni che hanno stretto l'alleanza sono in grado di ospitare 4mila persone all'anno. Ma la richiesta sembra almeno venti volte superiore. In media i soggiorni dei parenti durano una decina di giorni, senza contare i viaggi per le visite di controllo. Grazie al progetto (battezzato «A casa lontani da casa») si risparmiano agli extra regione le spese per le notti in hotel e si chiede solo un contributo per le spese (mai più di 20 euro). «Tuttavia - spiega Laura Gangeri dell'associazione Prometeo - quando verifichiamo le effettive difficoltà economiche di una famiglia, non chiediamo nemmeno il contributo spese e, se possibile, diamo l'alloggio a titolo gratuito». Prima di stabilire il piano di battaglia, i volontari hanno bisogno di aggiornare la mappa delle esigenze e l'effettiva portata del problema.
Per questo stanno distribuendo questionari negli ospedali per fotografare i bisogni reali di pazienti e famiglie che li assistono. Inoltre, è in corso un censimento per aggiornare l'elenco delle case di parrocchie, fondazioni, comune e associazioni.

Assieme alla mappatura, i volontari provvederanno anche a una supervisione degli alloggi per verificare in che condizioni sono, dove si trovano e capire cosa manca per poter offrire un reale punto d'appoggio a chi è in difficoltà.

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