Prigioniera della burocrazia La protesi? Solo un miraggio

Prigioniera della burocrazia La protesi? Solo un miraggio

Come una mosca impazzita sbatte tra uno sportello e l'altro, ma la sua protesi ancora non arriva. Alessandra Calzolaio, 22 anni, è esasperata: e nella disperazione è arrivata anche a minacciare di querela l'Asl Milano 2 pur di ottenere qualcosa a cui ha diritto. Da due mesi sbatte contro la burocrazia e non riesce a ottenere la protesi di cui avrebbe bisogno urgentemente: la mancanza di un supporto adatto ha infatti iniziato a costringerla a letto. È una situazione fuori dall'ordinario come confermano dal Pio albergo Trivulzio, la struttura a cui si appoggia abitualmente Alessandra: «La situazione mi sembra veramente strana – commenta Mariagrazia Delmatti, che gestisce la palestra amputati del Trivulzio – anche perché noi abbiamo inserito la domanda online da tempo e non capisco perché le abbiano risposto che non c'è, c'è eccome».
Ripartiamo dall'inizio: a dicembre la ragazza ha bisogno di cambiare la protesi a causa di un moncone abbastanza instabile e si reca per la prescrizione al Trivulzio, una delle due strutture abilitate per questo servizio. In quella sede però il medico la avverte che da qualche mese Regione Lombardia ha attivato un sistema per completare la procedura online, valido però solo se non si compra la protesi fuori regione. Alessandra si appoggia da sempre a un centro fuori dai confini regionali e in questi casi bisogna consegnare i documenti cartacei. Lei si dota degli incartamenti necessari e si presenta allo sportello della Asl Milano 2 di San Giuliano Milanese per richiedere l'approvazione dei preventivi, ma qui incappa nel primo intoppo: i responsabili con cui parla le dicono che deve sbrigare la pratica online, come da nuove disposizioni. Lei prova a spiegare che nel suo caso è invece ancora previsto l'uso del supporto cartaceo, ma non riesce a convincerli. Allora chiede l'aiuto del medico autore della prescrizione, ma anche il tentativo del dottor Rossi non va a buon fine perchè i documenti presentati dalla ragazza non vengono accettati perché cartacei. La giovane però ha anche cercato il regolamento dell'Asl e, sul sito, ha trovato specificato che nel suo caso va presentata la domanda di approvazione su carta. Allo stesso tempo verifica che anche la procedura online è stata avviata dagli uffici del Trivulzio il 29 gennaio scorso, ma all'ufficio Asl dicono a Alessandra che non si trova. Quella cartacea non va bene e quella online non si trova, nonostante ciò che dicono al Trivulzio. E intanto lei inizia ad accusare dei disturbi fisici che la costringono a letto. All'Asl Milano 2 rimandano all'ufficio protesi, dove però risponde qualcuno solo per un paio d'ore tre volte a settimana.


E non è il solo problema in cui si può incappare quando si necessita di una protesi: non a caso le persone che gravitano intorno alla palestra del Trivulzio hanno fondato da un anno un'associazione per unire le loro voci. «Io riparto» vuole essere uno strumento per tutti: «Siamo già fortunati perché Regione lombardia ha moltissime eccellenze – constata Delmatti – ma pensiamo che insieme possiamo spingere per ottenere ancora di più».

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