Primarie il 7 febbraio l'asse Pd-arancioni favorisce mister Expo

Campagna corta contro la Balzani e bocciata la mediazione di Pisapia Ipotesi doppio turno in alcuni seggi

Chiara CampoContrordine compagni: le primarie sono di nuovo fissate il 7 febbraio. Il voto ai gazebo è diventato un teatrino dell'assurdo. La coalizione aveva già scelto il 7. Il protagonismo del sindaco, che ha scelto di spingere la sua vice Francesca Balzani, ha riacceso lo scontro e il Pd giorni fa è tornato alla carica con il primarie day a marzo. Per trovare una mediazione Pisapia aveva scelto giorni fa il 28 febbraio. Ma proprio i dem, facendo asse con il movimento arancione, ieri hanno chiesto di accelerare il voto. Si torna al 7 febbraio, con raccolta firme dal 12 dicembre al 12 gennaio, forse qualche aperto al sabato per far votare chi parte per le feste di carnevale. Il Pd accorcia la campagna per aiutare il manager Expo Giuseppe Sala, oggi più popolare della Balzani. Una campagna fino a marzo, è uno dei dubbi sollevati dal manager, rischia di scatenare un lungo match tra renziani e anti-renziani (leggi: tra Renzi e Pisapia) e di permettere al vicesindaco di «abusare» del ruolo per farsi spot. Il movimento civico arancione, irritato con Pisapia dopo l'investitura (non condivisa) della Balzani, offre l'assist, anticipa la riunione di coalizione che era fissata domani e propone di tornare all'ipotesi 7 febbraio. «Oggi è la festa delle luci, si accendono le primarie e si parte - afferma il segretario Pd Pietro Bussolati -. C'era il rischio che si trasformassero in qualcosa di diverso. A noi interessa Milano, quindi le primarie non possono che avere un modello ambrosiano e una data propria». Non rimarca che è stata bocciata la mediazione del sindaco, che non è più lui a dettare la linea. Ma auspica che «si attenga ad un ruolo di arbitro, sarebbe saggio». Il movimento arancione assicura che Pisapia è «d'accordo» sulla data, ma pare che inviasse sms di fuoco. La coordinatrice Sel Anita Pirovano dice: «La mediazione di Pisapia non è stata bocciata, ma superata dai fatti». La campagna più corta avvantaggia Sala che pure ai suoi fedelissimi avrebbe detto che ancora non basta per sciogliere le riserve, aspetta segnali (di schieramento) soprattutto dagli assessori di Pisapia e potrebbero arrivarne oggi o domani sotto un manifesto di firme a suo sostegno. Ma la Balzani tira dritto e gira salotti tv e radio per colmare il gap di popolarità. «Le sfide mi piacciono molto - ha ribadito ieri a Radio Capital - soprattutto se sono sfide vere, senza troppe garanzie». Una frecciata alle condizioni poste da Sala a Renzi, in primis che non si trasformino in primarie rodeo, che il sindaco non si schieri.

«Renzi appoggia Sala? Secondo me - risponde la vicesindaco - ha un approccio laico nei confronti delle primarie, non si schiererà. Se iniziassero a essere primarie quattro salti in padella, apri la busta con il candidato di partito e la scaldi nella pentola, gli elettori sarebbero sconcertati».

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