Primarie il 7 febbraio Milano le convoca ma Renzi tira il freno

Scontro acceso tra Sel e Democratici Alla fine la coalizione decide la data Il premier: «Discutere se farle o no»

Con l'aria che tira a sinistra, e specie all'interno del Pd, immaginare le primarie nel giorno degli innamorati era quantomeno un azzardo. Ma ci ha provato il segretario metropolitano Dem Pietro Bussolati, in un'intervista al Corriere ieri ha lanciato il 14 febbraio come data della consultazione. Una svolta autoritaria in stile renziano che non è piaciuta - per dirla con un eufemismo - alla coordinatrice di Sel Anita Pirovano. Alle 15 era fissata la riunione di coalizione per decidere scadenze e regole delle primarie. A metà mattinata aveva già sparato a zero prima ai microfoni di Radio Popolare e poi su Facebook: «Per me - l'attacco - le primarie si possono fare addirittura il 29 febbraio visto che il 2016 sarà bisestile. Quello che invece proprio non accetto è che il segretario Pd, dopo aver aspettato per mesi il "permesso" da Roma, detti ora tempi e regole delle primarie in solitaria. È un atteggiamento proprietario che non fa rima con primarie. Se pensa che le riunioni di coalizione servano a ratificare decisioni del Pd ha sbagliato città e coalizione. Per quello c'è Ncd».

Scattano le diplomazie, visto che Sel e poi anche Rifondazione minacciano di disertare il tavolo convocato nella sede Dem di via Lepetit. Alla fine si presentano tutti, Sel, Comunisti, Prc, Psi (che perà non è «in condizione di dire» se parteciperà o meno) il Movimento Milano Civica (gli «arancioni»), Verdi e Idv. Invito rispedito al mittente invece dai radicali. Dopo 3 ore si trova una mediazione tra la sinistra radicale che spinge per i gazebo il 31 gennaio e il Pd che deve rimangiarsi il 14 febbraio per ricucire con Sel: le primarie si terranno il 7 febbraio. Bussolati e Pirovano lo annunciano fianco a fianco, anche se rimane forte il sospetto di una farsa. «Se c'è un nome che mette d'accordo tutti le primarie non sono così necessarie» aveva ribadito nell'intervista Bussolati. E proprio ieri pomeriggio dal premier Matteo Renzi è arrivato come uno schiaffo la dichiarazione che «le due sconfitte più brucianti, Regione Liguria e Comune di Venezia, vengono da due primarie che hanno visto rompere l'unità del partito. Leggo di primarie più o meno convocabili ma una discussione su questo tema va fatta. Ne discuterà la direzione». La SinistraDem che sostiene l'assessore Pierfrancesco Majorino avverte: «Per noi le primarie siano l'atto costitutivo di una coalizione di centrosinistra, se qualcuno pensa ancora all'uomo della provvidenza, il tempo è scaduto. Si faranno senza se e senza ma». Si vedrà. Sarebbe «un'ottima data» anche per il sindaco Pisapia. Lunedì è fissato un nuovo tavolo sul regolamento, si viaggia verso turno unico e coinvolgimento della città metropolitana nella raccolta firme per la candidatura.

Determinante sarà la scadenza per depositarle: prima di Natale escluderebbe (per dire) il commissario Expo Giuseppe Sala. Entro il 7 ottobre tutte le decisioni saranno prese. Pronte a essere ribaltate da Roma il giorno dopo.

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