Si voterà il 29 o il 30 dicembre, nel pieno delle feste. E sarà la quarta volta in un mese che gli elettori lombardi del Pd saranno chiamati ai seggi dal partito. Basta già questo a immaginare quanto dovranno essere motivati (o per meglio dire, militanti) coloro che alla vigilia di Capodanno si faranno trovare a casa per scegliere i candidati parlamentari del partito democratico.
Problema che a Milano diventa anche maggiore. Per votare i futuri parlamentari bisognerà rinunciare allo sci, alla polenta concia vista montagne, alla visita ai parenti o alle vacanze sui mari tropicali. Durante le feste la città si svuota e la gran parte di coloro che resta lo fa principalmente a causa della crisi.
Le regole saranno definite durante una direzione nazionale prevista per lunedì. Ma dalle prime anticipazioni sembra che saranno scelti con le primarie il 70% dei parlamentari (una quota del 30% rimarrà alla segreteria nazionale). Ed è già abbastanza chiaro che le regole cambieranno ancora una volta. Dopo le primarie nazionali «chiuse» ai minorenni e ai non fidelizzati per evitare di dare vantaggio ai potenziali elettori di Matteo Renzi, sono arrivate le primarie regionali «aperte» per consentire agli elettori del Patto civico di sostenere la candidatura più centrista di Umberto Ambrosoli e per l'occasione il voto è stato allargato ai sedicenni, con incursioni di campagna elettorale nei licei. Alle primarie per il Parlamento del 30 dicembre, invece, potranno votare i tesserati del Pd e gli elettori delle primarie nazionali che si dichiareranno elettori del Pd. In questo caso quindi, a meno di ulteriori modifiche in arrivo, voto vietato ai sedicenni e a coloro che non si sono precipitati a votare per scegliere il candidato premier. I renziani festeggiano a metà. «È positivo che si facciano le primarie, c'è qualche perplessità per il voto il 30 dicembre, perché i tempi sono risicati. Sarebbe interessante poter votare on line» propone Eugenio Comincini, sindaco di Cernusco sul Naviglio e coordinatore dei comitati provinciali pro Renzi. Alessandro Alfieri, vicepresidente del gruppo Pd in Regione, anticipa: «Io mi candiderò per le regionali, ma certamente in questi giorni ci riuniremo per scegliere e sostenere candidati renziani». Le possibilità che già circolano sono Giorgio Gori e Anna Scavuzzo, capogruppo della lista Pisapia a Palazzo Marino.
Tra i politici con ambizioni romane nella provincia di Milano è certa la corsa di Franco Mirabelli. Si parla anche di Matteo Mauri ed Ettore Martinelli (della segreteria nazionale). E di Francesco La Forgia, il segretario cittadino del partito. È praticamente certa la ricandidatura dei parlamentari nazionali Emanuele Fiano ed Emilia De Biasi. Sembra che non si ricandideranno Marilena Adamo e Giorgio Roilo.
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