Problemi di budget negli ospedali privati Gli esami? Nel 2013

Prenotare un elettrocardiogramma entro Natale? Praticamente impossibile. E così anche per ecodoppler, radiografie, risonanze non urgenti. É la sindrome di fine anno: quella che colpisce gli ospedali privati, stavolta un po' più del solito. Il motivo? La stragrande maggioranza degli istituti convenzionati ha sforato il tetto di spesa, già all'inizio di novembre. Significa che ogni esame, ogni visita specialistica e ogni operazione programmata da qui alla fine dell'anno non viene rimborsata dalla Regione. E allora al telefono si preferisce prendere tempo con i pazienti e, quando il controllo non è urgente, si rimanda l'appuntamento all'inizio del 2013. Se c'è un'emergenza ovviamente si opera e si fanno tutti i controlli del caso ma ecco che i conti non tornano più. Un esempio per tutti: gli interventi sui tumori maligni hanno superato di oltre il 5% la quota rimborsata dal Pirellone. E tutto ciò che è extra budget è a carico dell'ospedale.
Contemporaneamente si intasano le liste d'attesa nelle strutture pubbliche che, a loro volta, ritardano l'esame o l'intervento chirurgico: non per escamotage salva-bilancio ma perché tutte le richieste si riversano su di loro.
Quest'anno il «trucchetto» del rinvio dell'esame si fa sentire un po' più del solito. Già, perché a metà anno gli ospedali hanno dovuto fare i conti con la sorpresa, inaspettata, della riduzione dei finanziamenti. Aumentano le richieste di assistenza medica ma diminuiscono i soldi nelle casse.
A causa della spending review, all'inizio di agosto la Regione Lombardia ha annunciato il taglio di 144 milioni di euro. E il sacrificio, calcolato sull'intero anno, in realtà si è concentrato solo su sei mesi di attività facendosi sentire in modo più acuto. Per di più la notizia è arrivata quando gli ospedali avevano già effettuato gran parte delle visite e degli interventi rimborsabili. Quindi il rallentamento è stato inevitabile. Negli anni scorsi lo sforamento sui tetti di spesa veniva smussato e gli istituti riuscivano a riallinearsi sui budget di bilancio. Ora no, con i tagli, è stato impossibile. «È assolutamente necessario abbandonare la logica degli ospedali come prodottifici - sprona l'assessore lombardo alla Sanità Mario Melazzini - Non vanno gestiti come fossero aziende». Per migliorare le cose e la gestione delle liste d'attesa, la Regione cerca di mettere una pezza ai 225 milioni tagliati nel 2013. E aprirà un bando da 25 milioni di euro aperto a pubblici e privati. L'obbiettivo è quello di gestire al meglio le prenotazioni delle visite riducendo il più possibile i tempi. Si cercherà anche di rendere più uniforme il sistema sanitario, aumentando la collaborazione tra pubblico e privato.
Ogni struttura sanitaria della Regione è tenuta a rispettare un tempo massimo di attesa per ogni tipo di visita o esame, ad eccezione di alcune strutture di rilievo nazionale che hanno concordato tempi massimi maggiori per le forti richieste provenienti da tutta Italia. E piano piano le cose stanno migliorando: i tempi di attesa sono in calo e si è riusciti a risolvere, almeno in parte, il problema delle doppie o triple prenotazioni in più strutture grazie al centro unico di prenotazione.

Solo per fare un esempio, si può prendere in considerazione uno degli esami più comuni, la mammografia, che si fa sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private e che, in base alle indicazione della Regione, va effettuata entro 40 giorni. I dati sono in miglioramento rispetto al 2011. E la metà delle richieste viene già smaltita entro 15 giorni.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica