Cronaca locale

Il prof che da 4 anni perseguita la sua alunna

L'ha tormentata, minacciata, perseguitata, dopo aver cercato di sedurla quando era professore nella scuola che lei frequentava. Nonostante una condanna a un anno e quattro mesi con pena sospesa patteggiata nel 2013, l'ex professore non ha smesso di tormentare la sua vittima. Lei e la sua famiglia sono stanche, chiedono giustizia e la ragazza ha cambiato nuovamente casa. E' iniziato tutto quattro anni fa, in Brianza. Il professore che cerca di sedurre l'alunna, lei che non comprende la portata delle attenzioni e quando le comprende, respinge quelle avance da chi ha quasi vent'anni più di lei: l'inizio di un incubo. Un tunnel infinito di minacce, diffamazioni ed atti persecutori attraverso la rete, telefonate nel cuore della notte, amicizie rovinate e privacy di un'intera famiglia spazzate via a colpi di click. E da dietro la tastiera l'ex insegnante ha sganciato l'ennesima bomba, creando un profilo finto della sua vittima con tanto di città di nuova residenza, dove lei e famiglia si sono spostati per ricominciare una nuova vita. «Non ha mai smesso di tormentarla attraverso la rete, ha perseguitato il fotografo delle nozze delle altre mie figlie utilizzando falsi profili per avere fotografie della nostra famiglia», racconta la madre della ragazza (nel frattempo divenuta maggiorenne). «Abbiamo cambiato città, lui ci ha trovato e ha creato un profilo falso di mia figlia indicando la città dove ci siamo trasferiti e adesso ci sembra che tutto quello che abbiamo fatto per assicurarlo alla giustizia, non sia servito a niente». Erano oltre 650 le pagine del fascicolo di indagine coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Alessandro Pepè, dove sono state raccolte tutte le azioni di minaccia e persecuzione messe in atto dal professore dal 2011 al 2013. Ma non sono bastate a far sì che rimanesse in galera. Non sono bastati i numeri di telefono della sua famiglia sbattuti su siti pornografici, con il conseguente scompiglio fin negli ambienti di lavoro dei genitori della ragazza e la scelta di prendere le distanze da parte di amici della giovane e della famiglia. L'ex professore è rimasto a piede libero, sempre. Poi ha chiesto ed ottenuto il patteggiamento della pena, con la sospensione. Eppure, la sua condotta non sembra essere mai cambiata. «Non è cambiato niente - prosegue la madre della vittima - cambiando città avevamo creduto di esserci finalmente lasciati alle spalle questa triste e difficile vicenda. Invece sono tornati i messaggi, le pressioni che manda via internet. Facce con le lacrime, non so se sia una minaccia di far piangere lei, o cosa, ma fanno paura. Mia figlia deve costantemente guardarsi le spalle». Lunedì la famiglia ha depositato un'altra denuncia alla Procura della Repubblica di Monza. «Mia figlia non dorme pensando al fatto che lui le dia la caccia. Non dorme pensando che possa trovarla.

Per vedere qualcosa funzionare bisogna aspettare che accada il peggio?».

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