Profughi, ora il Pd cambia registro

I colonnelli dem (e Sala) contestano il governo: «Rimpatri veloci e stop ai bivacchi»

(...) per le regionali ma non possiamo perdere tempo, o rischiamo di sbagliare l'altra volta» con Umberto Ambrosoli mandato in campo contro Maroni a 71 giorni dal voto, incalza Alfieri. Che guarda anche alla tornata 2017 in 121 Comuni, di cui 29 sopra i 15mila abitanti, e ci sono Monza, Lodi e Como che stanno soffrendo l'emergenza immigrati. «Ci sono evidentemente due Lombardie - sostiene -. Ci fa piacere che il premier venga martedì a firmare con Sala il Patto per Milano che stanzierà fondi importanti. Ma ci sono anche piccole comunità in difficoltà, bisogna fare una proposta che parli a tutta la Lombardia e sappia governare il flusso migratorio. Il sindaco di Como non è mai stato chiamato da un esponente del governo, non è possibile. Il ministro Alfano è venuto a Cernobbio e non ha trovato il tempo per andare a vedere la situazione». Non cita Renzi, che pure è stato sul lago una settimana fa. Alfieri è tra i papabili nella sfida del 2018, con il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il ministro Maurizio Martina, il vicesegretario Pd Lorenzo Guerini, il consigliere regionale Fabio Pizzul. Fissa dicembre per la scelta di tempi e modi per individuare il candidato («le primarie sono la strada maestra ma deciderà il partito») e l'estate 2017 per il nome. «Sono d'accordo con Renzi - torna sul tema profughi - quando dice che non lascerà mai morire un bambino o una donna in mare. Però i nostri elettori girano per le piazze e vedono non donne e bambini, ma 35enni che bivaccano. Bisogna rafforzare il sistema dei rimpatri per chi non ha diritto di rimanere e impiegare gli altri in lavori utili». Concorda Gori: «Il modello di accoglienza che stiamo praticando a livello nazionale ha dei limiti. E i migranti possono rendersi utili, non vanno lasciati in mezzo alla strada a far niente per un anno e mezzo in attesa dello status». Il capogruppo Fdi Riccardo De Corato ironizza: «Alfieri dev'essersi svegliato da un lungo sonno: si accorge, con anni di ritardo che questo piano di accoglienza fa acqua. E l'82% dei migranti non ha diritto all'asilo». Pure Sala, ieri sera al suo esordio alla festa del Pd, chieda al Paese di «impostare politiche più precise o resta tutto in mano ai sindaci». Cita il modello tedesco che «promuove politiche per cui loro insegnano il tedesco e, se non impari, cercano di rimandarti a casa». È un altro weekend di grandi arrivi, i centri di emergenza scoppiano. «Bisogna chiedere una mano ai comuni della Città metropolitana, almeno finché la caserma Montello non sarà pronta. Ne parlerò al prefetto». Il consigliere Fi Pietro Tatarella ha sostenuto che la battaglia del centrodestra contro l'uso del campo base Expo è stata sbagliata. «È vero - coglie l'assist Sala -. Mi chiedo se c'è la volontà di ripensarci, è una soluzione che si mette in atto in breve». Il leghista Paolo Grimoldi è tranchant: «Sala chieda a Renzi di non inviare altri immigrati invece di scaricare il problema sui sindaci dell'hinterland».

Renzi vedrà Sala martedì per la firma del Patto per Milano (e tornerà il 21 (è anche il giorno di apertura delle sfilate) per il lancio di Milano 4.0 «progetto di innovazione spinta». E alla festa Pd ha ribadito: «Non sono un renziano.

Sono sempre stato di sinistra e sarò sempre il garante dell'unione della sinistra». Parla della Bonino arruolata in Comune come «il ministro degli esteri di Milano» e lancia «la giornata del venerdì al lavoro in bici».

Chiara Campo

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