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Il progetto Comune-islam. Soci? I Fratelli musulmani

In classe e centri giovani il piano europeo Meet. Ma fra i partner c'è anche la discussa "Femyso"

Il progetto Comune-islam. Soci? I Fratelli musulmani

Sono arrivati. Scuole e centri giovanili di Milano stanno già ospitando i laboratori. Ed esponenti importanti della politica milanese figurano come ospiti d'onore di un simposio. Il tutto sta sotto l'ombrello di «Meet», un progetto che è generosamente finanziato dall'Ue e vede fra diversi partner anche «Femyso» (il Forum delle organizzazioni studentesche e giovanili dei musulmani europei) associazione che come osservano gli esperti di islamismo (ma se ne trova conferma facilmente) fa parte della galassia dei Fratelli musulmani, come la «Fioe».

La conferma più autorevole è arrivata da Lorenzo Vidino, milanese, direttore del programma di ricerca sull'estremismo della George Washington University, massimo esperto di radicalismo islamico, autore di saggi e inchieste e ora firma di «Repubblica». «Femyso - ha detto - è il ramo giovanile della Fioe, organizzazione che viene identificata come la struttura pan-europea della Fratellanza dai servizi di mezza Europa».

Il Giornale ha già dato notizia del progetto circa due mesi fa, quando è stato presentato a Palazzo Marino in commissione Pari opportunità. In quella occasione ufficiale, fra l'altro, fu detto dai relatori che il progetto era già stato presentato anche alla vicesindaco Anna Scavuzzo. Senza alcuna smentita o precisazione, era emerso come questo Meet fosse lautamente finanziato in Europa dal programma «Diritti, uguaglianza e cittadinanza», che vuole favorire fra l'altro l'uguaglianza di genere. L'impostazione era stata subito contestata dall'ex vicesindaco, Riccardo De Corato: «In poche parole - disse l'esponente di Fdi - si tratta di un progetto non per studiare il fenomeno della sottomissione della donna nel mondo islamico, bensì come il nostro paese discrimina le ragazze islamiche».

In ogni caso, che un progetto di contrasto dell'«islamofobia», e volto a promuovere i diritti delle donne, sia sostenuto da un'organizzazione vicina alla Fratellanza, è un paradosso che solo certi ambienti europei (e di sinistra) possono far finta di non cogliere. Nel frattempo, comunque, il progetto Meet ha camminato in città. Ha lavorato con le scuole per una «webserie» e in agosto è stato ospitato in un centro giovanile comunale. Pochi giorni fa (il 21 settembre) il culmine, con la Giornata europea contro l'islamofobia, quando proprio «Femyso» - si legge sul sito del Meet - ha ospitato gli Eu Policy Talks 2021, evento organizzato nell'ambito del progetto Meet con «l'Albero della vita», onlus che lo coordina in Italia. Nel programma dell'evento si trovano come ospiti l'eurodeputato Pd Pierfrancesco Majorino (foto) e in un'altra sessione il collega Brando Benifei. I lavori sono stati aperti e chiusi dalla segretaria generale di Femyso, Hiba Latreche, figura importante che, come gli «Etudiants Musulmans de Francee», è impegnata in queste settimane nelle proteste contro la legge voluta dal presidente francese Emmanuel Macron contro il «separatismo religioso» («Hands off my hijab» il loro slogan: «Giù le mani dal mio velo»).

E dà bene l'idea del profilo di questi interlocutori ciò che la segretaria generale diceva a maggio nei giorni dell'ultimo conflitto fra Hamas e l'esercito israeliano. Annunciando una manifestazione per l'indomani a Strasburgo, la preparava snocciolando gli slogan: «Israele, sparisci, Palestina non è tua!». «Sionisti, sionisti, siete voi i terroristi».

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