Via al prolungamento: si chiude il cerchio delle Tangenziali Milano

Inaugurato il tratto della "Nord" fino a Novate. Completo il tratto Rho-Monza, alternativo all'A4

Via al prolungamento: si chiude il cerchio delle Tangenziali Milano

Si chiude il cerchio delle tangenziali milanesi. Il prolungamento della «Nord» fino a Novate Milanese è stato inaugurato ieri, completando il collegamento Rho-Monza.

Un'opera importantissima per la viabilità di Milano, quella aperta ieri con un taglio del nastro cui hanno partecipato il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, il presidente del Senato Ignazio La Russa e il governatore Attilio Fontana, oltre al presidente e all'ad di Milano Serravalle-Milano Tangenziali, Beniamino Lo Presti e Pietro Boiardi.

L'inaugurazione ha avuto il suo fulcro nella futuristica galleria fonica di Paderno Dugnano, opera segnalata tra gli esempi migliori di «green technology» autostradale. Lunga 270 metri, presenta il lato orientato a sud completamente rivestito di pannelli fotovoltaici, in grado di soddisfare il fabbisogno energetico dell'opera.

Tra le compensazioni, un sistema di viabilità ciclo-pedonale esteso ai quattro Comuni attraversati dall'opera, interconnesso con quelli esistenti e completabili grazie all'apertura completa dell'asse autostradale che consente di liberare le aree che ospiteranno le piste ciclo-pedonali.

Il tratto aperto ieri completa il collegamento tra la A52 - la Tangenziale Nord - e la A50, la Ovest di Milano, riqualificando la vecchia «SP 46». Chiude così l'anello delle tangenziali milanesi e offre un percorso alternativo per gli spostamenti est-ovest rispetto al tratto urbano della A4, che è molto trafficato. «L'opera che inauguriamo - ha detto Fontana - assume una importanza strategica, in quanto costituisce un'alternativa al tratto urbano della A4 costantemente congestionato. È stata completata grazie alla perseveranza e nonostante le difficoltà che hanno interessato questi ultimi anni fra pandemia e aumenti dei prezzi». «Una grande opera per la Lombardia, per il Paese» ha rimarcato il presidente.

«Questa è un'opera che era partita nel 2008 - ha ricordato il ministro, Salvini - dobbiamo lavorare per velocizzare la realizzazione di interventi che in alcuni casi scontano ritardi di decenni». Del resto - ha aggiunto - «ci sono tante opere che aspettano da anni una soluzione, alcune di queste, nella parte meridionale del Paese, aspettano un cenno da 54 anni». «Noi - ha assicurato - vedremo di dare risposte». Anche perché, per il neo ministro per le Infrastrutture «l'Italia ha bisogno di correre in velocità e sicurezza. E io credo che gli italiani, il 25 settembre, abbiano scelto un'Italia che corre, che investe in porti, autostrade e ferrovie».

D'accordo con Salvini, il presidente del Senato La Russa: «Voglio essere il primo a dire che questa opera deve significare qualcosa per tutti - ha detto - Avere sentito che la prima idea di questa opera risalga al 2008, c'era il governo Berlusconi e io ero ministro, e averla inaugurata oggi è sicuramente un fatto bellissimo ma anche il segnale di un tempo lunghissimo. E allora così come questa opera è stata inaugurata da Salvini, vorrei che anche le alte opere le inaugurasse lui perché vorrebbe dire che sono veloci e rapide, come il ponte di Genova. Abbiamo visto che si può fare, quando si vuole. E allora - concluso - il mio auspicio è che le prossime opere infrastrutturali le inaugurerà Salvini».

La Russa è tornato a dire la sua anche sul Meazza. «È facilissimo conservare San Siro e costruire il nuovo stadio - ha osservato - economicamente è addirittura un vantaggio anche per chi ha il compito di fare il nuovo stadio. Sicuramente un vantaggio per la città economico e anche ambientale».

E anche Fontana ha colto l'occasione per lanciare un allarme sulle ferrovie. «Abbiamo un sistema ferroviario che necessita sull'infrastruttura di interventi importanti: la nostra rete rischia a breve di non essere più in grado di sopportare il traffico» ha avvertito il governatore.

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