Pronto il nuovo «palazzetto» di giustizia

Divorziare davanti a un giudice sarà sempre un momento sgradevole. E affrontare in tribunale l'avvocato dell'azienda che ti ha licenziato non sarà mai una gita a cuor leggero. Ma tra pochi mesi i milanesi che si rivolgono alla giustizia per risolvere i loro drammi di famiglia e di lavoro potranno farlo in una sede meno disagevole. E insieme al confort per gli utenti faranno passi avanti l'efficienza e la accessibilità dei servizi: cancellerie, uffici informazioni, registri.
Le impalcature sono state rimosse in questi giorni, svelando il volto della nuova casa della giustizia milanese. All'angolo tra via Pace e via San Barnaba, alle spalle del Palazzo di giustizia di corso di Porta Vittoria, è praticamente ultimato lo stabile che - nell'area che per decenni ha ospitato un vasto parcheggio sterrato - rappresenta l'unica risposta concreta alla ansia di spazi che da tempo manifestano gli addetti ai lavori del pianeta-giustizia. Giudici e avvocati sostengono da tempo che il vecchio «palazzaccio» progettato e costruito negli anni Trenta del secolo scorso scoppia, e che le conseguenze ricadono non solo su di loro ma anche sugli utenti. Ora, finalmente, tutti quanti potranno tirare il fiato.
Il nuovo palazzetto (dodicimila metri quadri su quattro piani, più cento posti auto interrati) è stato realizzato a spese e su progetto del Comune firmato dall'architetto Carmelo Maugeri. Iniziato alla fine del 2009, doveva essere pronto nella primavera del 2011: a conti fatti, un ritardo di quasi tre anni, dovuti - si dice - essenzialmente alla carenza di quattrini. Mentre in via San Barnaba i lavori, anche se lentamente, proseguivano, in tribunale si discuteva sulla destinazione dei nuovi spazi. Non è stata una trattativa facile. Ma alla fine la decisione è stata presa: in via San Barnaba si trasferiranno per intero le sezioni della giustizia civile che si occupano di famiglia e di lavoro, sia per il tribunale che per la corte d'appello. La sezione lavoro del tribunale abbandonerà gli uffici di via Pace che la ospitano attualmente (e dove approderanno gli ufficiali giudiziari e le forze di polizia), mentre gli altri uffici dismetteranno le stanze occupate in diversi corridoi del palazzaccio. Gli arredi sono già stati acquistati e entro febbraio dovrebbe avvenire il trasloco.
Con l'apertura della nuova sede si può considerare definitivamente tramontata l'ipotesi di realizzare ex novo una Cittadella della giustizia, sostenuta all'epoca della giunta Moratti dall'assessore all'Urbanistica Carlo Masseroli e arenatasi sulla mancanza di fondi e sulla resistenza di buona parte dei magistrati. La giustizia milanese appare destinata a restare radicata nella zona di Porta Vittoria.

Per aule ed uffici, i nuovi spazi dovrebbero garantire lo spazio vitale necessario. Il vero rimpianto del progetto «Cittadella» è la costruzione del nuovo carcere, che avrebbe dovuto soppiantare San Vittore ridotto ormai in condizioni intollerabili, e di cui invece non si parla più.

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