Psicosi Isis dopo Londra Milano alza la "guardia" e il Comune vieta i botti

Intelligence e più controlli in stadi e concerti. Pronte ordinanze per grandi eventi di piazza

Psicosi Isis dopo Londra Milano alza la "guardia" e il Comune vieta i botti

Volenti o nolenti è per tutti un vero day after il giorno che segue gli attentati terroristici di matrice islamica in Europa. Ci si alza dal letto sempre meno sicuri, più incerti, confusi, letteralmente travolti dal senso di impotenza.

Milano non fa eccezione. Anzi, i milanesi hanno sempre più paura. E comprensibilmente si chiedono quando e se toccherà a noi, all'Italia. E perché mai dovremmo essere risparmiati dalla furia di questi assassini. Più che mai ora, dopo che, a pochi giorni dall'attentato di Manchester, Londra ha subito sabato sera un attentato iniziato sul ponte di London Bridge e terminato a Borough Market.

Milano è cosciente dell'immenso pericolo e le istituzioni, insieme alle forze di polizia, hanno strutturato da tempo un sistema di sicurezza ben preciso, con strategie pratiche e concrete e altre molto più legate all'intelligence. Tuttavia ora non basta più rinforzare la sicurezza negli stadi, durante i concerti o comunque nei luoghi di aggregazione in genere. Oppure posizionare barriere antisfondamento (blocchi in cemento armato da 4 tonnellate) e new jersey, nelle vicinanze di obiettivi sensibili in modo da sbarrare la strada anche ai tir. Non basta più nemmeno l'esercito. Serve qualcosa di più.

Per questo il Comitato antiterrorismo del Viminale sta prendendo in seria considerazione la possibilità di poter dotare a breve le forze di polizia milanesi dei software di riconoscimento facciale.

Per le forze dell'ordine si vuole inoltre incrementare il numero di moto sia ai reparti in divisa che in borghese, naturalmente anche per quelli che si occupano di antiterrorismo. In modo da muoversi agevolmente e rapidamente nel centro urbano in caso di allarme. Una questione importante perché permette nei centri abitati di garantire la massima celerità di spostamento. In caso di attacco terroristico sono normali gli ingorghi. E questo fattore potrebbe essere utilizzato anche dai terroristi per rallentare i soccorsi e l'arrivo delle forze dell'ordine.

Proprio per l'antiterrorismo, quindi, è previsto mano a mano un consolidamento delle professionalità specifiche dei vari reparti, con lunghe permanenze del personale.

«Non ha senso in questo preciso momento storico di particolare allarme che le amministrazioni di polizia facciano acquisire esperienze specifiche in questo settore a ufficiali e dirigenti che diventano veri e propri esperti formati appositamente, per poi spostarli altrove, a fare tutt'altro» spiegano investigatori dell'antiterrorismo.

Intanto a Roma si sta valutando l'opportunità non solo di potenziare la videosorveglianza cittadina a Milano, ma anche di mettere barriere ai marciapiedi nelle zone ad alta densità di shopping, come via Torino o corso Buenos Aires e posizionare sistemi di

ripresa e conservazione delle immagini dei volti agli accesi delle metropolitane. Infine l'assessore alla Sicurezza del Comune Carmela Rozza ha pronte le ordinanze per vietare botti e bottiglie di vetro nei grandi eventi.

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