Cronaca locale

"Puzzi di soldi". E giù le botte per 6 euro

Le indagini dei carabinieri: 35 gli indagati, di cui 18 minorenni. Ecco come agiva il branco con la scusa della sigaretta

"Puzzi di soldi". E giù le botte per 6 euro

Uno studente pestato dal branco per soli 6 euro al grido di: “Puzzi di soldi”. Ma non solo. In un anno, il 2020, ben 23 aggressioni, praticamente due ogni mese, e sempre in orari notturni nel fine settimana, tra venerdì e sabato. La zona presa di mira: l’Arco della Pace. Una regolarità incredibile, secondo quanto raccolto dagli investigatori e dai racconti delle vittime: un week-end sì e l’altro no.

Le aggressioni anche per pochi euro

Come riportato da Il Giorno, si tratta di un gruppo di circa 35 ragazzi, la maggior parte adolescenti e solo qualcuno già maggiorenne. Tra loro anche due ragazzine. Il modo di agire era sempre uguale. Il branco sceglieva prima la propria vittima, quasi sempre sola e, una volta individuata, questa veniva avvicinata e abbordata da una parte del branco con la classica scusa della sigaretta o di una richiesta di soldi. Poco dopo il gruppetto passava alle minacce, sia verbali che con l'uso di coltellini e bottiglie rotte. Infine la violenza fine a se stessa con calci e pugni anche quando la vittima era ormai a terra che cercava in qualche modo di proteggersi.

Il bottino era solitamente costituito dal cellulare, da collanine d’oro e soldi. Non importava che fosse particolarmente ricco. Per dare un’idea, a febbraio 2020 era toccato a uno studente di 17 anni essere preso di mira dal branco e venire apostrofato con una frase “Puzzi di soldi”, dovuta probabilmente al suo vestire bene. Il giovane era stato picchiato più volte sul naso e sulla testa, utilizzando anche una bottiglia. Aveva rimediato sette giorni di prognosi per soli 6 euro: a tanto ammontava il bottino che i suoi aggressori erano riusciti a rubare.

Il blitz all'alba

Questo è solo uno dei quattro episodi presenti nell’ordinanza cautelare che, alle prime luci dell’alba di ieri ha fatto aprire le porte del carcere a un italiano 19enne, con precedenti penali, e quelle di una comunità di Vimodrone a un egiziano. Sono invece stati sottoposti alla misura della permanenza in casa un altro italiano 19enne e un albanese di anni 18. Gli altri tre episodi sono avvenuti nei mesi di gennaio, giugno e dicembre 2020. Nel provvedimento del Tribunale per i minorenni, il giudice ha tenuto a sottolineare “lo stile di vita violento” dei fermati e la loro assoluta mancanza di autocontrollo.

Sono stati i carabinieri della Compagnia Duomo e della stazione Sempione, coordinati dal capitano Gabriele Lombardo, a ricostruire ben 23 aggressioni a carico del gruppo, avvenute tra gennaio e dicembre 2020. I militari, grazie alle testimonianze delle giovani vittime e ai video registrati dalle telecamere di sicurezza presenti in zona, hanno potuto cristallizzare gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei quattro. Importanti, ai fini delle indagini, anche l’analisi dei profili social e la mappatura continua delle presenze all’Arco della Pace, luogo milanese conosciuto sia per la movida che per lo spaccio di sostanze stupefacenti, con pusher in giovanissima età.

Le indagini dei carabinieri

“Ragazzi di piazza” è il nome dell’inchiesta appena conclusa, che è stata la continuazione di un’altra, chiamata “Paranza” terminata dagli stessi carabinieri nel marzo 2019. In quella occasione erano finiti in carcere 13 ragazzi, di cui cinque minorenni, con le accuse di rapina aggravata e lesioni personali. Il giudice per le indagini preliminari, Marinella Chessa, aveva precisato: “Gli episodi descritti evidenziano un’elevatissima capacità a delinquere da parte dei soggetti minori, che, nonostante l’età, si sono dimostrati capaci di agire con un’efferatezza sprezzante di ogni legalità e di qualsiasi rispetto per le persone offese”. Sia allora che oggi, gli indagati sono risultati residenti nelle periferie più problematiche della città, come per esempio il quartiere di San Siro, e altri Comuni del milanese. Sarebbero 23 le aggressioni avvenute a partire da gennaio 2020 messe a punto da 35 adolescenti, tra i quali 18 minorenni e anche due ragazzine.

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