Una «carriera» quasi quarantennale, che collezionava colpi almeno dal 1978. La polizia ha arrestato la ladra, poi ha ricostruito i suoi precedenti. Scoprendo che si tratta di una criminale seriale che prendeva di mira le gioiellerie griffate del centro.
L'indagine è stata portata avanti dall'Ufficio prevenzione generale guidato dalla dirigente Maria Josè Falcicchia. Ieri gli agenti hanno eseguito perquisizioni e un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Mariapiera Pesce, 52 anni, italiana di etnia sinti. La donna era già stata arrestata lo scorso 30 marzo per un furto, avvenuto un mese prima, alla gioielleria Pisa di via Monte Napoleone. Aveva portato via un orologio firmato in platino e diamanti da 136mila euro. Le denunce a suo carico per reati simili risultano datate fino al 1978. Ora le sono stati attribuiti altri quattro colpi, dal 2009 al febbraio di quest'anno. Per un totale di ulteriori 150mila euro.
La Pesce è stata riconosciuta dai gioiellieri derubati. Dopo aver letto la notizia dell'arresto e aver visto le immagini, si sono rivolti alla questura. Capelli curati, ben vestita, poco appariscente, non destava alcun sospetto. Non ha mai compiuto gesti violenti. La sua tecnica, documentata nei video di sorveglianza dei negozi e della polizia, rivela una destrezza da maestra del crimine. Si faceva mostrare dai commessi diversi articoli, fingendo di essere interessata all'acquisto. Li spostava, li osservava, li provava. Poi distraeva l'interlocutore con un diversivo o lo faceva allontanare per un secondo con la scusa di voler vedere un altro gioiello esposto altrove. Così, con un movimento sicuro ma discreto, riusciva a infilarsi in borsa il bottino. A volte anche interi astucci pieni di preziosi. In un'occasione, per ingannare meglio la negoziante, ha lasciato un acconto da 300 euro.
Il nuovo provvedimento di custodia cautelare è stato chiesto dal pm David Monti ed emesso dal gip Cristina Di Censo. «Si tratta - scrive il giudice descrivendo il profilo della donna - di un autore non improvvisato ma seriale di illeciti, consumati non per finalità di mero sostentamento, ma di vero e proprio parassitario arricchimento». La misura del carcere era necessaria, continua Di Censo, «rispetto a misure meno afflittive, essendosi la stessa (l'indagata, ndr) mostrata del tutto indifferente alla deterrenza delle precedenti condanne e carcerazioni». Gli investigatori che hanno ricostruito la carriera della Pesce si sono convinti che sia una sorta di maga. Tanto da averla soprannominata «Arsenia Lupin». Dopo l'arresto del 30 marzo da parte delle Volanti per il colpo di via Monte Napoleone, gli agenti dell'Upg hanno capito di avere davanti una professionista.
E hanno spulciato le vecchie denunce per furti in gioiellerie che riportassero le stesse abili modalità. Seguendo la serie dei gioielli rubati, sono stati attribuiti alla donna i nuovi quattro episodi. Ieri la notifica in carcere.
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