Quartieri chic contesi La Zona 1 si allarga ma la 9 fa le barricate

Il centro vuol provare a prendere anche corso Como Niguarda chiede di mantenere gli attuali confini «Perché le vie riqualificate devono passare a loro?»

Zona contro Zona. E al centro, un'ambitissima postazione. Se i consiglieri del primo «municipio» di Milano non fossero così propensi a sdrammatizzare il tutto, riducendolo a «questione tecnica», si potrebbe davvero disegnare uno scenario strategico. Con l'assedio della Zona 1, decisa ad annettersi corso Como (cuore della movida, e magari non solo quello) e la 9 decisa a difendersi a colpi di mozioni. E con ripercussioni soprattutto dentro il Pd, spaccato in due e gravato dall'onere di dover scegliere da che parte stare (ha il presidente in entrambi i Consigli).

Comunque, tecnico o no, il fronte è ufficialmente aperto. E la zona 9 ha appena approvato una mozione per chiedere al Consiglio di «preservare i confini attuali». Trattasi però di reazione e per capire la vicenda fin dall'inizio occorre fare un passo indietro e inserire il caso nel contesto delle trasformazioni istituzionali che Milano sta vivendo. Il punto di partenza è la città metropolitana. Dovendo istituirla, Palazzo Marino sta rivedendo l'assetto del suo decentramento. E sta preparando la riforma delle attuali zone in municipi (come a Roma). Questa è la condizione per poter un giorno (probabilmente nel 2021) eleggere direttamente il sindaco metropolitano (il primo cittadino di una «Grande Milano» da 3 milioni di abitanti). I municipi, guidati a loro volta da un presidente direttamente eletto, presuppongono una nuova omogeneità territoriale. Il tutto è all'esame del tavolo sul decentramento, cui lavora il delegato del sindaco, il consigliere Andrea Fanzago.

E qui subentra la versione dei consiglieri di zona 1: «Si è deciso di allargare la zona 1 per superare i 100mila abitanti - spiega Filippo Jarach - e per arrivare così a un minimo di uniformità. È un discorso puramente logico. Ci sono condomini divisi fra due zone, scuole divise in due. È necessario superare queste incongruenze. La politica non c'entra niente. D'altra parte piazza 25 aprile già oggi è in zona 1 e a noi fanno riferimento tutti, per via del distretto del commercio». Per operare questa revisione, la zona 1 ha deciso di partire da una petizione di residenti e commercianti di corso Como, che già da alcuni mesi hanno avanzato la proposta di passare con la zona 1 abbandonando la 9. Ma vale anche per la Darsena. E altre aree. «L'esigenza della zona 1 è quella di diventare come le altre - conferma il consigliere Antonio Testori - oggi anche via Paolo Sarpi è a metà. Così prenderemmo tutta Sarpi e corso Como. Stiamo solo ragionando su quel che serve alla città. Detto questo, non ci stracciamo le vesti».

Sono piuttosto arrabbiati invece in zona 9. Ed ecco la mozione appena approvata all'unanimità. La zona 9 non limita il discorso al solo corso Como. Alcuni temono che l'annessione possa riguardare anche le Varesine, l'Isola e piazza Gae Aulenti. Insomma, alcune delle aree oggetto delle più riuscite operazioni edilizie e urbanistiche degli ultimi anni. E a nessuno fa piacere perdere pezzi. Ecco che la zona 9 mette nero su bianco che «Porta Garibaldi e Porta Nuova punteggiano con la loro mole il confine naturale tra il centro e il resto della città». E che il Consiglio comunale deve «valutare positivamente» l'integrazione del territorio. Si batte per questo Federico Illuzzi: «Al di là dei tecnicismi - dice - la delibera parlava anche di Varesine e Garibaldi.

Comunque, il tentativo di annettersi dentro zona 1 le realtà riqualificate è ridicola. Cosa significa - chiede il consigliere di zona 9 - che le zone belle devono diventare di default zona 1? Mi sembra fuori da ogni logica».

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