Quei "Rumori" tra finzione e realtà

Successo per la commedia inglese messa in scena da Binasco

Quei "Rumori" tra finzione e realtà

Entrando nella platea del Piccolo Teatro Strehler per prendere posto, pronti ad assistere a Rumori fuori scena fino al 10 novembre, per la regia di Valerio Binasco, si notano gli attori già sul palco, a sipario aperto.

È un'usanza abbastanza frequente nel teatro di regia contemporaneo, ma in questo caso aiuta davvero a entrare subito nel clima serrato che animerà poi l'intera serata: davanti ad un cast di attori che interpretano meravigliosamente il testo dell'autore anglosassone Michael Frayn, che debuttò a Londra nel 1982, gli spettatori diventano degli intrusi che spiano l'intera storia di una produzione teatrale, dalle prove, alla tournè fino alla stanchezza delle ultime repliche. Tre tempi e due intervalli, in una serata di circa 2 ore e mezza, nella produzione del Teatro Stabile di Torino-Teatro Nazionale, per entrare in un incantesimo di «teatro nel teatro», tra finzione e realtà. Non c'è un attimo di pausa, tra i veloci movimenti di scena, i continui scambi di battute (si ride anche) e il rapido evolversi della vicenda. Durante lo svolgimento di Rumori si oscilla tra Pirandello e i suoi I sei personaggi in cerca d'autore, e Brecht con le sue macchine sceniche a vista: una compagnia di teatranti si trova con il regista (Binasco stesso) per l'ultimo giorno di prove. Lo spettacolo debutterà la sera successiva. In un elegante e articolato gioco di continuo scambio tra finzione (il lavoro in prova) e realtà (le fatiche di scena di veri attori), si svelano le dinamiche che si nascondono tra interpreti e persone in una rappresentazione teatrale, prima in prova e poi in tournè.

Veloci movimenti di scena, clima esilarante, per una pièce fluida e complessa allo stesso tempo. Leggera, ma che anche sa essere puntuale nel modo di affrontare il complesso tema dei rapporti interpersonali in situazioni di continue fatiche e stress, quali quelle che vivono gli attori teatrali.

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