Quelle collezioni che raccontano la storia culturale della Diocesi

Quelle collezioni che raccontano la storia culturale della Diocesi

Mentre si avvicina la ricorrenza dei millesettecento anni dall'Editto di Milano (313 d.C.), con il quale Costantino e Licinio aprirono la strada al Cristianesimo nell'Impero e posero solide basi per lo splendore della futura diocesi ambrosiana, Mondadori Electa arricchisce la prestigiosa collana dedicata a Musei e Gallerie di Milano -un repertorio ragionato delle raccolte pubbliche della città promosso nel 1973 da Banca Commerciale Italiana e che oggi prosegue per volontà di Intesa Sanpaolo-, con il bellissimo catalogo del Museo Diocesano. Il volume (498 pagine, 655 illustrazioni, 130 euro), curato da Paolo Biscottini, è preceduto da un'introduzione con le vicende storiche del Museo, pensato già da Ildefonso Schuster negli anni '30 del secolo scorso ma inaugurato solo nel 2001 da Carlo Maria Martini. Fin da subito il complesso museale, che sorge nei Chiostri di Sant'Eustorgio, luogo-simbolo del cristianesimo delle origini, ha tenuto fede alla sua doppia vocazione di custode della storia e polo culturale attivo in costante dialogo con la città. Lo testimonia in primo luogo l'ampiezza dell'arco cronologico delle opere qui raccolte, databili dal IV al XXI secolo, giunte a seguito di lasciti, depositi e donazioni, e spesso provenienti dal territorio della diocesi, come la Capsella di San Nazaro, reliquiario in argento risalente all'epoca di Ambrogio. Oppure riunite in collezioni poi donate al Museo: è il caso dei fondi oro, nucleo di pitture di artisti tardomedievali di ambito toscano donati dall'illustre giurista milanese Alberto Crespi, ma anche delle sculture e dei dipinti della collezione Caterina Marcenaro (lasciata nel '76 dalla storica dell'arte e depositata nel 2004 dalla Fondazione Cariplo), con opere eterogenee provenienti da ambiti molto diversi: dall'Europa del Nord alla Liguria, all'Italia centromeridionale e insulare. Grande rilievo ha anche il collezionismo vescovile, tradizione tutta ambrosiana partita nel Seicento con Cesare Monti. Proprio dalla collezione Monti arrivano capolavori come il Cristo e l'adultera di Tintoretto, la Presentazione al Tempio di Giulio Campi, La lotta di Giacobbe con l'angelo del Morazzone e il San Giuseppe col Bambino di Guido Reni.

A fine Seicento la serie degli arcivescovi amanti dell'arte proseguì con Federico Visconti, nella cui raccolta spicca il San Carlo in gloria di Giovan Battista Crespi, replica su tavola del dipinto realizzato per la canonizzazione del Borromeo e conservato a San Gottardo in Corte.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica