La rabbia dopo la paura. "Lì dentro tutta la mia vita"

Chi pensava a un'esercitazione e chi ha preso il cane. Il pompiere: "Braci continuamente riaccese dal vento"

La rabbia dopo la paura. "Lì dentro tutta la mia vita"

Sono andati avanti tutta la notte i vigili del fuoco per cercare di domare l'incendio nella Torre dei Moro in via Antonini 32, scoppiato domenica alle 17,26. Secondo le prime ricostruzioni a dare l'allarme è stato un inquilino del sedicesimo piano. L'uomo, sentito per a informazioni sommarie dagli inquirenti, ha raccontato di essere rincasato dopo le vacanze e di aver sentito puzza di fumo. Si è affacciato dal suo balcone e ha visto delle volute nere provenire dall'appartamento al piano di sotto. A quel punto ha chiamato il 112 e avvisato gli altri condomini sia in chat sia bussando porta a porta invitandoli a evacuare. Solo gli ultimi due piani della Torre dei Moro erano completamente vuoti.

Secondo le prime ricostruzioni sarebbero diverse le cause della velocità con cui si è propagato il fuoco che ha divorato un grattacielo di 19 piani in una quindicina di minuti: l'impianto antincendio che non avrebbe funzionato correttamente e il materiale con cui è rivestita la facciata che non era ignifugo.

Le bocchette antincendio, secondo quanto si apprende da fonti investigative, si sarebbero attivate correttamente fino al quinto piano del palazzo, non hanno funzionato dal quinto al decimo e hanno funzionato in parte in quelli superiori. Le scale del palazzo hanno invece permesso alle persone di evacuare il palazzo in sicurezza, perché costruite nel rispetto delle norme antincendio e antifumo.

Piccoli focolai sono rimasti attivi anche nella mattinata di ieri tanto che i vigili del fuoco sono stati impegnati tutta la mattinata nel tentativo di sedarli. «Il lavoro è lungo: la brace che si trova sotto alle cose che bruciano, col vento ricomincia a bruciare. Non si può dire esattamente un periodo per completare l'intervento - ha spiegato un pompiere - Sulla stabilità dell'edificio, ci sono dei solai danneggiati e la struttura della vela, gli ancoraggi, non sembrano molto danneggiati. Il blocco scale però è stabile, quindi stiamo sfruttando quello per fare l'intervento dall'interno».

Una colonna di fumo continua a salire nel cielo, l'odore acre di bruciato del giorno prima invece rimane in sottofondo. Verso ora di pranzo, i vigili del fuoco, «armati» delle chiavi degli appartamenti cercano di aprire le porte blindate che nella notte non erano riusciti a sfondare per controllare che nessuno fosse rimasto intrappolato. Da recuperare sotto le macerie due gatti e un cane che i padroni non sono riusciti a salvare. Al momento dell'allarme infatti non tutti avevano capito cosa stesse accadendo: Simone che abitava al settimo piano pensava che si trattasse di un'esercitazione antincendio quando è uscito di casa e non ha preso i suoi gatti perché pensava di rientrare a casa poco dopo.

Le fiamme che hanno distrutto l'edificio in una quindicina di minuti hanno risparmiato il secondo pino seminterrato: ieri verso le 13 alcuni proprietari che avevano preso le chiavi hanno potuto recuperare le proprie auto. Niente da fare invece per quelle parcheggiate al primo piano interrato ridotte a rottami.

Sotto lo scheletro della torre fumante gli ex inquilini del palazzo, amici, parenti, gente del quartiere e semplici curiosi di passaggio. C'è appunto chi cerca di recuperare l'auto, chi osserva attonito i vigili del fuoco che ispezionano il palazzo, chi cerca di capire cosa abbia scatenato l'inferno.

All'interno del Mc Donald's a piano terra inservienti e direttore sistemano il ristorante che dovrà rimanere chiuso per alcuni giorni. In tanti si accalcano fuori dall'area recintata: messo in sicurezza l'intero isolato nel caso in cui il palazzo dovesse crollare.

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