Ragazzini violentati dall'allenatore di calcio

L'uomo, 60 anni, è stato arrestato dalla squadra mobile dopo la confessione fatta ai genitori da due dodicenni

Molestie sui ragazzini di 12 anni affidati all'insospettabile «orco» dai genitori di un paesino della provincia, perché ne facesse campioncini di calcio. L'allenatore, 60 anni, è stato arrestato e messo ai domiciliari, dopo un'indagine durata un anno della procura di Milano. Già in passato i «coach» di squadra giovanile erano stati arrestati e condannati per episodi analoghi a Milano e a Como.

L'ultimo caso, si svolge invece in un centro del milanese dove l'uomo si prendeva cura degli «esordienti», categoria riservata appunto ai ragazzini tra i 10 e i 12 anni. La cura dei suoi pupilli però sembra proseguisse, e in maniera piuttosto morbosa, anche negli spogliatoi. All'inizio qualche chiacchiera, poi indicazioni sempre più precise fino a quando a fine 2013 le voci sono arrivate alle orecchie dei genitori, che sono corsi in procura.

Mentre l'allenatore veniva subito allontanato dalla squadra, i magistrati aprivano un'inchiesta, sentendo in forma protetta tutti i giovani giocatori. Trovando alla fine riscontri abbastanza precisi di pesanti molestie subite da almeno due piccole vittime, mentre per altre quattro sono ancora in corso ulteriori approfondimenti. A questo punto, ritenendo di aver raccolto prove sufficienti, l'altro giorno è scattata la misura cautelare. Essendo però trascorso un anno, e non essendo più l'indagato a contatto con le vittime, i magistrati hanno ritenuto sufficiente gli arresti domiciliari.

Un caso analogo venne registrato sempre nel milanese nel 2011, quando un allenatore allora 41enne, finì in manette per aver scambiato foto e messaggi osè con i suoi allievi. Non era nuovo a fatti del genere e, mentre veniva avviata l'indagine, era arrivata una condanna a 4 anni, sempre per molestie a minorenni.

A giugno giugno 2013 era invece arrivata la sentenza definitiva per il «coach» 31enne, della provincia di Como, anche lui scoperto a molestare i suoi ragazzi. Dopo una condanna in primo grado a 3 anni e 8 mesi, l'appello ridusse la pena di un anno, giudizio confermato poi in Cassazione.

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