Milano «città aperta», che «riesce a fare conti con il 20% di popolazione straniera quanto la media italiana viaggia intorno al nove» e il modello di integrazione in città «si fonda sulla concessione dei diritti e l'intransigenza sui doveri». Beppe Sala, ieri accanto all'amministratore delegato di Pirelli Marco Tronchetti Provera (di cui è stato a lungo il braccio destro), padrone di casa all'Hangar Bicocca che ha ospitato l'appuntamento della «colazione col sindaco», ha difeso l'apertura internazionale di Milano. Che può avere luci e ombre, portare anche a fenomeni-ghetto o alle proteste degli italiani che si sentono scavalcati in diritti altrettanto legittimi, come quello alla casa popolare. Durante la discussione è emerso il caso record di via Appennini, il caseggiato popolare inaugurato solo nel 2017 e gestito per conto del Comune da Mm. «Il 75% degli alloggi è assegnato a inquilini stranieri» ha riferito l'assessore ai Lavori pubblici Gabriele Rabaiotti. Si arriva a questi casi limite «nei palazzi più nuovi, qui la distribuzione dei 198 alloggi è iniziata nel 2017 e abbiamo dovuto assegnarli in blocco in base alla graduatoria». Dove «il 70-75% delle famiglie in lista d'attesa è straniera, persone di 35 Paesi diversi. In casi simili si verifica una concentrazione, diverso è se bisogna assegnare un appartamento in via Giambellino o tre nel quartiere San Siro» dove la presenza di italiani risale indietro nel tempo. Le cose dovrebbero cambiare decisamente però con il bando aperto fino al 2 dicembre, il primo che sperimenta le regole della nuova legge regionale. «Prima - ammette l'assessore - ci si iscriveva a una sorta di lotteria degli alloggi, ora il meccanismo è invertito, ci si candida ad uno specifico appartamento». Sono possibili fino a 5 opzioni. E le regole fortemente volute dal centrodestra dovrebbero smuovere anche quel dato dei due terzi di stranieri in lista di attesa, e ai posti alti per reddito basso e più figli a carico degli italiani. A Milano sono stati messi a bando 200 alloggi del Comune gestiti da Mm e altrettanti di proprietà a gestione Aker più altri 57 in «stato di fatto» (le spese di sistemazione saranno a carico dell'inquilino). Le vecchie liste saranno azzerate. Solo una quota del 20% sarà dedicata ai nuclei familiari dichiarati indigenti, con un reddito Isee pari o inferiore a 3mila euro insieme ad almeno una delle seguenti condizioni: la presenza di un over 65enne nel nucleo, la presenza di una persona con dichiarazione di invalidità o disabilità pari o superiore al 66%, uno o più minori a carico.
Il 10% sarà destinato alle forze dell'ordine e sono previste premialità per anziani, famiglie monoparentali, quelle di nuova formazione e i punteggi aumentano con il crescere degli anni di residenza nella regione Lombardia e nel Comune dove si presenta domanda.
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