Fabrizio Sala, vicepresidente della Regione, le imprese lombarde sono in fermento: tira aria di rallentamento e la manovra del governo non convince. Lei ha segnali di preoccupazione?
«Assolutamente sì. Intanto non dobbiamo guardare solo al nostro cortile, ma allo scenario geopolitico globale, che definirei di guerra economica. Cina e Usa portano avanti azioni per rafforzare il tessuto imprenditoriale. Noi avremmo bisogno di fare altrettanto, ma - a fronte del debito creato - non si vedono grandi aiuti all'economia o segnali positivi. Intanto sarebbe importante portare a casa subito il via libera alle infrastrutture».
Gli imprenditori del Nord lo chiedono a gran voce.
«Pedemontana non sarà facile da realizzare senza che il governo la supporti, già in passato è stata molto ostacolata, in modo illogico peraltro, perché qui le autostrade ce le paghiamo da soli. Incrociamo le dita sulla metropolitana a Monza. E poi la Tav: ci vuole più tempo a raggiungere Lione che Dubai. E la regione di Lione è legatissima alla Lombardia, il suo sviluppo parte dal nostro tessile. La partita delle infrastrutture è decisiva, come la burocrazia o le tasse. Gli imprenditori sono degli eroi»
Come giudica l'operato del governo sull'economia?
«L'aumento del debito può essere utile se fai investimenti o riduzione di tasse. Se tirano le aziende tira tutto il Paese. E consideriamo anche che il pubblico non può mantenere tutto il welfare. Serve un'inversione culturale. Qui si insegna che prima si lavora poi si prendono i soldi. Noi siamo diventati grandi così».
Il reddito di cittadinanza?
«Potrebbe sembrare una misura per i più poveri ma in realtà crea un disincentivo al lavoro e all'impresa, quella che porta avanti tutto. Registriamo che nel terzo trimestre il nostro export resta al +4%. Io li incontro gli imprenditori. Dicono: dateci una mano. Non chiedono sussidi, chiedono di togliere gli ostacoli».
Ostacoli? Per esempio?
«Se serve un capannone, farlo in tre mesi, o sei. Chiedono di lavorare. Ci sono artigiani in Brianza che potrebbero avere un sussidio ma non lo vogliono per l'orgoglio di lavorare. Allora io dico. Diamo un reddito da ricerca, invece che di cittadinanza, perché ora il reddito di cittadinanza rischia di essere superiore all'assegno di ricerca. E ci fa inserire la retro».
Cosa fa la Lombardia per ricerca e innovazione?
«Una manovra che crea sviluppo: 70 milioni per contributi a fondo perduto per progetti in partenariato fra aziende e università. Il bando è già stato fatto ma lo abbiamo migliorato. Per ogni milione investito se ne creano 20. Stimiamo di muovere una leva di investimenti da 1,4 miliardi, mezzo punto di Pil lombardo. E voglio dire che non c'è il brevetto: lo possono copiare tutti, mi aspetto che lo facciano. E a Dubai la Lombardia è stata premiata dalla triple Helix Association per la sua piattaforma Open innovation, valutata come la migliore del mondo».
La missione a Houston?
«La Lombardia può essere il Texas d'Europa. Lavoriamo alla cooperazione con Texas e Israele in tema di scienze della vita, progetto legato anche a Human Technopole. Ricordiamoci che la Lombardia nella chimica è la prima regione d'Europa per numero di aziende, e la seconda per fatturato. Possiamo fare tanto. Ma ci serve l'autonomia, ha ragione il presidente Fontana».
Quindi non è solo una bandiera leghista l'autonomia.
«Se ci danno l'autonomia possiamo fare molto meglio. Pensiamo all'università: per avere una nuova facoltà passano anni, troppi. Ma torniamo a ricerca e innovazione: con l'autonomia non sarebbe mezzo punto di Pil se potessimo fare noi, ma magari qualche punto in più. Nell'economia i motori più forti devono correre, se si spinge il cilindro-Lombardia corre tutto il Paese. Le cose da fare le sappiamo. Dobbiamo farle. Ce le facciano fare».
A proposito di motori e di gran premio di Monza: i 5 Stelle non vogliono che la Regione lo sostenga.
«Sono contrari al nostro aiuto all'autodromo e al gran premio, noi invece abbiamo garantito un aiuto sapendo che quello è l'evento più visto al mondo. Per l'Italia perderlo sarebbe un danno, grave per Monza. Ci stiamo impegnando.
Guardando al governo, se da una parte sorridiamo, dall'altra ci preoccupiamo. E a Di Maio dico questo: lasciateci fare, se la Lombardia tira, anche Di Maio potrà avere soldi da distribuire, senza fare debiti però. Ci lascino lavorare. Ci facciano fare le infrastrutture e ci diano l'autonomia».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.