(...) Giorgio Gori, che si prepara a sfidarlo, anche se prima dovrà vincere le primarie del centrosinistra. I due (possibili) protagonisti del match per il Pirellone ieri erano seduti fianco a fianco per firmare un accordo sul passaggio di 320 km di strade bergamasche dalla ex Provincia a Regione e Anas . Il referendum «sarà l'inizio di una fase nuova - ha spiegato Maroni - che porterà la Lombardia nelle condizioni di poter amministrare maggiori risorse e io dico anche verso la specialità, meritiamo di essere una Regione a statuto speciale e di tenerci tutte le tasse pagate che oggi vanno disperse in mille rivoli». Alle polemiche del Pd sui costi della consultazione risponde con una battuta che «anche le elezioni costano, allora evitiamo di farne, non ne facciamo più..». La Regione peraltro ha bussato fino a qualche settimana fa a Roma per fissare il referendum lo stesso giorno delle amministrative, ma dal governo ha trovato un portone chiuso. Fa sapere che i pc per il voto elettronico verranno lasciati alle scuole usate come sedi di seggio. E Maroni immagina che «nessun lombardo possa votare no al quesito: Vuoi che una parte rilevante dei 53 miliardi di tasse lombarde che escono dalla Lombardia e non tornano rimangano qui per aiutare chi ha bisogno, per realizzare gli ospedali, per migliorare l'assistenza sanitaria, abolire il bollo auto? C'è qualcuno che potrebbe dire di no per ragioni ideologiche?».
Se lo sono chiesto evidentemente anche i partiti di opposizione, e la campagna per il sì ora rischia di diventare molto trasversale. A pochi mesi dal voto in Lombardia è scivoloso lasciare la partita in mano solo al Carroccio e al centrodestra. Gori pur «condividendone gli obiettivi» ha affermato in linea con il Pd che «già oggi ci sono le condizioni per trattare con il governo, come previsto dalla legge, senza spendere i 46 milioni previsti per l'organizzazione della consultazione. È come chiedere un mandato per suonare il citofono quando la porta è già aperta». E si definisce «totalmente allineato a Gori» il sindaco Beppe Sala, «questo non è un tema che appartiene alla Lega ma un pò a tutti e su cui il governo ha dato chiare aperture e quindi, a mio parere, è un tema giusto ma un referendum assolutamente inutile». Ma poi aggiunge a sorpresa: «Certo è che se si farà, io consiglierò a tutti di votare positivamente. Ma avrei preferito un tavolo di discussione evitando i costi di un referendum».
E i 5 Stelle saltano sul carro: «Il referendum è una grande occasione per i lombardi. L'autonomia è una cosa seria, il quesito referendario è nostro e non siamo qui a discutere di indipendentismo padano o di secessioni farlocche» ha sostenuto il consigliere M5S Dario Violi.
«Se come crediamo - ha aggiunto - la risposta dei lombardi sarà positiva, non sarà un solo partito che fa propaganda a suon di slogan autonomisti, ma un'intera regione a chiedere a Roma di dare alla Lombardia quello che spetta ai lombardi». E giudica «ridicole» le polemiche del Pd, «hanno fatto di tutto per evitare l'abbinamento con le elezioni, se spendiamo milioni per il referendum è colpa del loro governo».ChiCa
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