È il tema di ogni anno in Lombardia, più che altrove: cattedre scoperte e dirigenti scolastici che mancano. Il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, promette che «in caso di supplenze, questi docenti accompagneranno gli studenti per tutto l'anno». È l'impegno preso dal Miur e si vedrà. È certo è che negli anni scorsi purtroppo i balletti dei professori non sono mai mancati, spesso per motivi legati a difficoltà, anche pesanti, di chi vive lontano dalla Lombardia.
Alla vigilia, a margine della conferenza del dopo giunta della Regione, l'assessore all'Istruzione, Valentina Aprea, ha lanciato l'allarme di prassi. «Registro la criticità delle cattedre scoperte e critico le modalità di selezione e di utilizzo dei docenti» ha detto rispondendo alle domande dei giornalisti. «Il ministero - secondo l'assessore - avrebbe dovuto provvedere per tempo a una formazione e selezione di nuovi docenti di matematica, di materie scientifiche e di sostegno e favorire una soluzione diversa». Ma a preoccupare la Regione, dice Aprea, è l'assenza di dirigenti scolastici: già al termine dello scorso anno c'erano numerosi posti vacanti. «Ci aspettiamo da un momento all'altro che venga indetto questo concorso per nuovi dirigenti. Oggi ne manca uno su due» dice Aprea.
A Milano, rispetto ad altre provincie lombarde, la situazione è decisamente migliore: i 333 posti da dirigente scolastico sono tutti coperti, sia pure con 50 reggenze (da parte di persone che hanno accettato di occuparsi di più di un solo istituto). Quanto alle cattedre vacanti, sempre restando a Milano, il tema riguarda soprattutto gli insegnanti di sostegno: si parla di numeri intorno ai 1800 e ci si può aspettare che con le carenze generale di prof, che riguardano soprattutto le materie scientifiche, si sfori quota 2.000. Cifre ufficiali ancora non esistono, perché è necessario verificare quanti prof si presenteranno effettivamente al primo giorno di scuola, soprattutto tra coloro che vengono da più lontano.
Marco Bussetti, provveditore di Milano, nel suo messaggio per il nuovo anno, si concentra su ciò che si può fare a partire da quel che c'è. «Come ha detto la giovane studentessa Malala, premio Nobel per la pace, nel discorso alle Nazioni Unite: Un bambino, un insegnante, una penna, un quaderno e un libro possono cambiare il mondo».
Il provveditore non nega i problemi: «Negli ultimi anni l'istituzione scolastica è stata travolta da innumerevoli sfide, e anche da mille problematiche, vecchie e nuove». Ma è ottimista: «Ricordare che noi dobbiamo mettere sempre al centro lo studente come persona».SCot
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