Era un momento temuto dai colleghi consiglieri. Di destra e di sinistra. Ma alla fine è arrivato anche il giorno in cui i «grillini» hanno ritirato la loro prima busta paga. «Ho ricevuto come indennità per metà mese di marzo e tutto il mese di aprile compresi rimborsi spese forfettari - ha denunciato il 5 Stelle Stefano Buffagni - 16.384,76 euro netti». Di qui la promessa «di restituire 11.119,27 euro» e trattenere come promesso 5mila euro lordi, più «i rimborsi spese rendicontati a piè di lista». Restituendo il resto alla Regione a cui è stato chiesto di aprire un fondo a sostegno del microcredito. «Complessivamente - ha fatto di conto Buffagni moltiplicando per i nove grillini - per il periodo metà marzo-fine aprile, restituiremo alla Regione 100mila euro!». Per il momento è stato aperto un conto alla Banca Etica dove «verranno accreditate le indennità e dove rimarranno le eccedenze». Con Buffagni che ricorda anche i «2.090.000 euro di rimborsi elettorali mai richiesti» e risparmiati dalla Regione.
«Uno stipendio da urlo, ma è un abbaglio», la replica di Fabio Pizzul (Pd). Perché «quella appena ricevuta non è la busta normale. Ho ricevuto un accredito di poco superiore agli 11mila euro, circa 2.500 in più rispetto al normale a causa della presenza in busta delle trattenute che non vengono più effettuate a causa (o per merito?) dell'abolizione del vitalizio e del trattamento di fine mandato».
Poi l'indennità è per un mese e mezzo, mentre «lo stipendio reale non supererebbe dunque gli 11.500 euro». Una spiegazione che non convince nemmeno i lettori del blog di Pizzul. «Perché - si lamenta uno -, 11.500 non sarebbe comunque da urlo?».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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