La prova sta nei fatti. All'annuncio di intenti dell'assessore al Welfare del Comune Lamberto Bertolè che nella giornata di apertura del Welfare Forum ha annunciato il community manager: «Proveremo a farlo introducendo, a partire da San Siro, la figura del social community manager, un assistente sociale che si occupi di coordinare e ricomporre gli interventi frammentati che il pubblico e il privato offrono». Ieri Regione Lombardia con l'assessore al Welfare Letizia Moratti e il titolare alla Casa Alessandro Mattinzoli ha inaugurato un ambulatorio socio sanitario a San Siro che prevede tra i servizi anche la figura del community manager. Nella cornice del Progetto C.A.S.A, finanziato da Regione con fondi europei Por-Fse per la progettazione di programmi integrati e di innovazione sociale e welfare locale, sono previsti ambulatori territoriali di medicina generale, un infermiere di comunità e servizi sanitari dedicati agli abitanti del quartiere, oltre a piani specifici per il contrasto alla violenza domestica.
Si declina così l'inaugurazione del poliambulatorio in piazza Selinunte negli spazi Aler. «Fa piacere che le buone pratiche di Regione Lombardia siano riconosciute dal Comune di Milano ed estese anche al campo dei servizi sociali - commentava ieri l'assessore Mattinzoli -. Da più di un anno, infatti, i Community manager di Aler Milano lavorano in questi quartieri». A ricordarlo anche Alessandro De Chirico, capogruppo di Forza Italia Milano: «Già da un anno e mezzo la Regione ha investito nella figura del community manager, come punto di riferimento per i quartieri popolari a sua gestione».
Si è «lavorato per un progetto che vede la messa a disposizione di case Aler per la sanità, creando servizi che sono veri avamposti della Riforma - spiega Letizia Moratti - case che offrono consulenze per la valutazione del bisogno, informazione e orientamento per i quartieri. Questo è un progetto realizzato con Aler e Fatebenefratelli Sacco. Siamo partiti a Milano nel quartiere Molise e Mazzini, Gratasoglio e San Siro, il prossimo sarà Lorenteggio.In Lombardia abbiamo previsto altri 44 analoghi spazi, anche in altre città». Sono infermieri, psicologi e fisioterapisti i professionisti che lavorano in questi spazi, «li possiamo definire infermieri e medici di quartiere. Inoltre, utilizziamo la telemedicina» ha spiegato la vicepresidente.
L'assessore Mattinzoli ha spiegato che si tratta di «un modo di vedere un nuovo patto sociale, dove gli spazi di Aler vengono messi a disposizione non solo per la semplice unità abitativa, ma per prevenire fatti come la violenza sulle donne, per creare un presidio di servizi che possa far funzionare una socialità migliore, una qualità della vita più che dignitosa: spazi comuni e servizi di prossimità diventano fondamentali per dimostrare che le istituzioni non vogliono abdicare in quartieri così complicati». Tra gli obiettivi del patto il presidio territoriale con i Community manager, la promozione della salute di comunità che vuol dire anche «prevenzione e attenzione». Per presidente di Aler Angelo Sala questo «è un nuovo modello di gestione delle periferie.
Le questioni abitative sono sempre più affiancate alle tematiche socio-sanitarie, molto richieste soprattutto dalla popolazione fragile». «La Lombardia sta lavorando con impegno per potenziare i servizi sanitari nelle periferie e nei piccoli centri» commenta Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale.
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