Coronavirus

Regione: "Riaprire i mercati". Ma il Comune ora non vuole

Il governatore Fontana cerca di accelerare con un Covid manager a sorvegliare, ma l'assessore Tajani lo blocca

Regione: "Riaprire i mercati". Ma il Comune ora non vuole

«Apertura sì, apertura no?». Una giornata kafkiana per i 6.500 ambulanti alimentari della Lombardia, di cui oltre un migliaio a Milano che si sono visti negare il via libera alla sperimentazione della riapertura dei mercati nel giro di una mattinata. Mercoledì sera il presidente lùmbard Attilio Fontana, collegato in conferenza telefonica con Anci Lombardia e i sindaci della città capoluogo, aveva annunciato l'intenzione di voler riaprire in via sperimentale i mercati settimanali scoperti dal 4 maggio.

«Un piano di collaborazione con i comuni da mettere in pratica seguendo i principi delle 5 D, ovvero distanza, diagnosi, dispositivi, diritti, digitalizzazione» annuncia la Regione. Che «propone la figura del Covid manager per assistere operatori e clienti». Il piano proponeva la riapertura di un mercato alimentare in ogni città capoluogo con bancarelle delimitate, ingressi e uscite controllate, obbligo di distanza di tre metri tra un banco e l'altro e di due metri tra venditore e cliente. «Vediamo la luce in fondo al tunnel, anche se ci vorrebbe più coraggio facendo riaprire i mercati alimentari anche nei paesini e non solo nelle grandi città» commentava in mattinata Nicola Zarrella presidente di EuroImprese Commercio Lombardia che anzi correva avanti chiedendo di accelerare l'inserimento dei banchi non alimentari. «I mercati scoperti sono più sicuri perché all'aperto, appunto e permettono di evitare le file chilometriche ai supermercati».

Esprimeva soddisfazione anche Giacomo Errico, rappresentante degli ambulanti di ConfCommercio: «Saremo i primi a distribuire mascherine e guanti per i nostri clienti e gel igienizzanti all'ingresso dei mercati, misureremo la febbre e gli steward ci permetteranno di controllare il rispetto delle distanze. Lavoriamo da tre settimane a questa proposta».

Un entusiasmo che viene gelato nel primo pomeriggio dalle parole dell'assessore al Commercio del Comune Cristina Tajani che tira il freno a mano: «Premetto che il Comune lavora da diverse settimane, in silenzio e serietà, insieme ai rappresentanti degli ambulanti, ad un piano mercati, con l'obiettivo di riaprire la parte alimentare in sicurezza, una volta decaduta l'ordinanza di Regione, cosa che speriamo avvenga sulla base unicamente di considerazioni epidemiologiche. Regione Lombardia cominci ad occuparsi di monitoraggio sanitario sul territorio».

«Per testare la riapertura dei mercati il Comune dovrebbe prendere in considerazione luoghi differenti dal solito, come il parcheggio antistante lo stadio o piazza Duca d'Aosta» la proposta del consigliere comunale Alessandro De Chirico (Fi), che attacca: «L'assessore non ha mai parlato del piano in commissione».

Polemico anche Gianmarco Senna, presidente della IV commissione Commercio della Regione: «La giunta Sala insiste nella battaglia contro la Lombardia e contro il buonsenso e polemizza perfino sull'apertura sperimentale di un mercato all'aperto per ogni città capoluogo. Consigliamo a Palazzo Marino più responsabilità e meno slogan».

«Il sindaco ha avuto ben cinquanta giorni per riorganizzare i mercati..

Ma non ha fatto nulla» chiude piuttosto polemico Zarrella.

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