Dalla Regione tagli alla sanità «Il San Raffaele? Dimagrisca»

Dalla Regione tagli alla sanità «Il San Raffaele? Dimagrisca»

I finanziamenti arriveranno con puntualità. Questa è l'unica garanzia che la Regione Lombardia può dare al San Raffaele in crisi. E già non è poco, contando che ogni anno il Pirellone eroga all'ospedale di via Olgettina la bellezza di 20 milioni di euro.
Ma, al di là di questo, nessuno possiede la bacchetta magica e quindi dall'assessore alla Sanità Luciano Bresciani, chiamato in causa dai sindacati per mediare con l'azienda, non ci si possono aspettare miracoli. Del resto anche la Regione ha i suoi guai economici e deve gestire i tagli della spending review: 150 milioni solo negli ultimi tre mesi. Va da sé che anche i finanziamenti ai singoli ospedali, sia pubblici sia privati, prima o poi dovranno essere ritoccati. Bresciani parlerà anche di questo all'incontro con Gabriele Pelissero che, oltre ad essere il vice del San Raffaele, è presidente dell'associazione che riunisce gli ospedali privati. È nell'interesse di entrambi fare pressione al Governo perché corregga la manovra e non punisca le regioni che hanno già tagliato gli sprechi.
Dal canto suo Bresciani, oltre ad assicurare i finanziamenti (338 i milioni versati dal 2001 al 2010 solo per le prestazioni non tariffabili), cercherà di capire quali sono i punti su cui lavorare. Ad esempio verificherà assieme a Pelissero se è possibile ridurre i tagli annuali sulle buste paga (per ora si parla di circa 3mila euro lordi) per rendere la proposta più accettabile. «La Regione - specificano in assessorato - si batterà per mantenere i livelli di assistenza e qualità del servizio, e quindi per garantire l'accreditamento. Ma ovviamente non può decidere chi mandare a casa e chi no, né quali spese tagliare».
Per ora la garanzia più solida per dire che la qualità delle cure in ospedale resterà la stessa è l'intenzione dell'azienda di non toccare i medici ma di spalmare i 450 licenziamenti ipotizzati su tutto il comparto. Nutrono invece parecchi dubbi i sindacalisti Usb, che lamentano tempi di attesa più lunghi rispetto al passato e reparti in sofferenza. In ogni caso «bisogna rendersi conto che è finito il tempo di fare i grandeur, il San Raffaele ha bisogno di una bella cura dimagrante. È doveroso». A dirlo è Stefano Carugo, consigliere regionale del Pdl e membro della commissione d'inchiesta sull'ospedale dopo il crack finanziario. Dopo aver analizzato i conti, in Regione ci si è resi conto di una cosa: «Dopo anni di assunzioni generose e di finanza creativa, è ora di cambiare e bisogna che tutti se ne rendano conto. Questo non vorrà dire far venir meno i servizi». Significa piuttosto che non ha senso il muro eretto dai sindacati e che qualche scelta dolorosa va pur presa.
In ballo ci sono 29 milioni di debito accumulati solo dall'inizio dell'anno ad oggi e un piano proposto dall'azienda che prevede, in alternativa ai licenziamenti, contratti come nel privato, annullamento dei premi in busta paga, ritocchi sugli stipendi di tutti.

Un piano anti licenziamenti che tuttavia continua ad essere rifiutato dai sindacati che, di contro, rispondono no e, per riprendere la trattativa, chiedono informazioni «sull'andamento economico aziendale, con specifica dei singoli mesi a partire dall'11 maggio a oggi». Ma da parte del cda, quella della prossima settimana è «l'ultima chiamata». Dopo di che si procederà con i tagli.

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