Il 2012 è stato l'anno del registro gay. Anche se a tre mesi esatti dal via, si sono iscritte circa 400 coppie di fatto (quasi altrettante in prenotazione) e solo una otto è omosessuale. Segno che il mondo per cui il provvedimento principalmente nasceva ha molte perplessità su uno strumento che ha più valore simbolico che pratico. Il 2013, assicura l'assessore alle Politiche sociali Pierfrancesco Majorino, «sarà invece l'anno del testamento biologico». Forse un'altra bandierina, se non cambia prima la legge dello Stato. Ma la giunta Pisapia vuol mantenere i patti. Milano avrà un registro comunale dove il cittadino potrà lasciare le volontà sul fine vita, «non è più in discussione il se, ma il come sarà fatto» ha affermato Majorino in sala Commissioni, dove ieri si è aperto il dibattito con la testimonianza di Beppino Englaro, papà di Eluana, rappresentanti dei notai e del comitato Io Scelgo che ha raccolto 6.300 firme dei cittadini per chiedere al Consiglio comunale di discuterne in aula. Firme già validate, ma la pratica è «impantanata» perchè proprio il consiglio, da settimane, rinvia la nomina di un membro del Collegio dei Garanti che se ne dovrebbe occupare. «Dettagli». A prescindere dal referendum, la giunta ha già inserito nel Piano Welfare l'obiettivo di un biotestamento, e dunque basta solo metterlo all'ordine del giorno in aula. E il Pd cattolico in aria di regionali non muore certo dalla voglia di riaprire una crociata contro il resto della sinistra come ai tempi del registro gay. Quindi: la discussione sul biotestamento «non sarà prima delle elezioni» prevede Majorino. Che si augura «un percorso bipartisan sul provvedimento».
«Trovarsi scoperti su questo tema con una persona incapace di intendere e volere è terrificante» ha riferito Beppino Englaro ripercorrendo «i 15 anni e 9 mesi di devastazione vissuti nel non poter fare rispettare quanto Eluana io sapevo avrebbe voluto per sè, perchè ne avevamo parlato in famiglia prima che avesse quel tragico incidente». Dunque «è importante avere provvedimenti in ogni sede, dal Comune al Parlamento, per accompagnare i cittadini nei loro diritti fondamentali». La richiesta di disporre il fine vita, riferisce l'esponente del Consiglio notarile di Milano, «è sentita, da tempo registriamo una crescita delle richieste». Contestato e interrotto più volte durante il suo intervento Luca Tanduo, del Movimento per la vita ambrosiano: «Siamo contrari e invitiamo alla massima prudenza - ha detto - il registro non può essere vincolante, una persona si esprime in un momento di salute e non si conoscono le sue reazioni a una cura».
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