Cronaca locale

La regola dei non politici mette all'angolo Lupi. Fdi per ora frena su Minoli

La Russa: "Abbiamo deciso di candidare dei civici. E Albertini non può scegliere il suo avatar"

La regola dei non politici mette all'angolo Lupi. Fdi per ora frena su Minoli

Gabriele Albertini ha chiarito due giorni fa che non scenderà in campo contro Beppe Sala ma ha lanciato il manager Fabio Minoli, «se fosse lui il candidato sindaco - ha detto - potrei fare anche il suo vice» oltre a guidare una lista civica e accompagnarlo nei tour elettorali. Il direttore delle relazioni esterne di Bayer Italia e prima di Confindustria e Federchimica è fuori dalla politica da una quindicina d'anni ma è stato tra i fondatori di Forza Italia, capogruppo regionale e deputato.

«Potrebbe essere la persona giusta» sostiene Albertini. Oltre ad essere rimasto in buoni rapporti con il suo vecchio partito gode di buone relazioni anche in ambiente leghista, sul suo conto e sul curriculum si raccolgono commenti positivi. Ha un difetto: l'endorsement incassato dall'ex sindaco, che rischia di essere un boomerang. I partiti non hanno gradito la mossa.

Hanno un fatto pressing serrato su Albertini, ha rifiutato, «ora vorrebbe dettare il nome del sindaco?» la battuta ricorrente. Ma il nome sarà considerato con attenzione al tavolo dei leader nazionali che Matteo Salvini convocherà a breve, insieme agli altri nella rosa: l'ex ministro Maurizio Lupi, spinto da Fi, e l'ex ad di Telecom Riccardo Ruggiero tra i più papabili, il comunicatore Roberto Rasia Dal Polo dato ora in ribasso, il docente della Bocconi Maurizio Dallocchio che piace a Fdi, più defilate le ipotesi dell'editrice Federica Olivares o dell'avvocato Stefano Lombardi.

Il fattore popolarità in una campagna che si prospetta (sempre più) breve agita i partiti. L'unico che non avrebbe bisogno di spot, Maurizio Lupi, viene tenuto per ora all'angolo perchè la Lega ha proposto mesi fa e Fdi e Fi hanno condiviso che i candidati nelle grandi città siano civici. Il «colonnello» di Fdi Ignazio La Russa ribadisce il punto: «Abbiamo sondato Lupi, Dallocchio, Dal Polo e Ruggiero e due su quattro, non dirò quali, sono competitivi, non erano molto sotto Albertini. A monte si è deciso di non candidare politici quindi, pur considerando Lupi un ottimo nome, credo sia molto improbabile se non impossibile che la scelta possa cadere su di lui, ormai è difficile che i leader cambino impostazione, c'erano delle motivazioni precise alla base. Ma abbiamo nomi competitivi sul tavolo». Il coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani a dire il vero ha già aperto a rivedere il metodo: dopo il no di Albertini ha definito Lupi «eccellente per Milano» e ha fatto il nome di Maurizio Gasparri per Roma se Bertolaso ribadisse il no.

Su Minoli La Russa è freddo: «É un nome come gli altri, dico all'amico lbertini che nessuno di noi ha un avatar, e il vice non decide chi può fare il sindaco, semmai il contrario. Se avesse posto come condizione per candidarsi di avere un vice di fiducia, che gli alleggerisse il lavoro, sarebbe stata una cosa, se vuole può pemsarci qualche giorni, ma al contrario è un'ipotesi difficile». Ora «bisogna stringere i tempi, la campagna è breve e se scegliamo un nome con ottime qualità ma notorietà limitata bisogna partire subito».

Il commissario cittadino della Lega Stefano Bolognini considera Minoli «un nome eccellente, che verrà valutato al tavolo insieme a quelli di altri uomini e donne di spessore. I sondaggi danno il centrodestra a Milano è davanti, a breve sceglieremo il candidato più adatto per sfidare Sala e lavoriamo su una squadra di nomi, politici e della società civile, per rilanciare la città».

Conferma l'idea del sindaco espressione della società civile, «Lupi è uno dei tanti politici importanti del centrodestra e sono contento che abbia dato la propria disponibilità ma ritengo che il nome debba essere civico come negli altre grandi città».

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