A un mese e mezzo esatto dal voto che in consiglio comunale per la prima volta ha spaccato la maggioranza, con l'ala più a sinistra - Milano progressista - contraria alla delibera della giunta Sala, in città non è stato ancora applicato un daspo urbano. Possibile? Sì, e bisognerà attendere a quanto pare ancora un paio di settimane. I meno maligni parlano di effetto ferie, addossano la causa alla solita burocrazia, tant'è che il verbale di modifica del Regolamento di polizia urbana del Comune che aggiunge l'articolo 135 dal titolo «Aree urbane ove opera l'ordine di allontanamento» come riferisce il Comune è stato pubblicato soltanto ieri, e ora va recepita operativamente la delibera. La vicesindaco Anna Scavuzzo che ha anche la delega alla Sicurezza ipotizza che ci vorranno «un paio di settimane» perchè il nuovo regolamento sia pienamente in vigore. I primi daspo nei confronti di venditori abusivi, carovane rom posteggiate a bordo strada, parcheggiatori abusivi, ubriachi molesti o spacciatori insomma potrebbero scattare a due mesi dal via libera. Essì che il sindaco Beppe Sala aveva dato un'accelerata prima della pausa estiva: aveva convocato addirittura una giunta straordinaria il 22 luglio per accorciare le polemiche in terne alla maggioranza e arrivare in pochi giorni al voto dell'aula. Il via libera era arrivato con 27 sì, cinque contrari (i consiglieri di Milano progressista appunto, che vedevano nello strumento dei daspo un tentativo di correre dietro a Salvini) e quattro astenuti.
Polemica la consigliera leghista Silvia Sardone: «Sono clamorosi - attacca - i ritardi nell'effettuare i Daspo sul territorio dopo l'approvazione di fine luglio in Consiglio. L'atteggiamento del Comune, a guida Pd, è schizofrenico: prima dicono no a un provvedimento dell'ex ministro Pd Minniti giudicandolo inutile, poi nel tempo vedendo che altrove funziona (ad esempio a Sesto San Giovanni dove in due anni si sono fatti oltre 500 allontanamenti) fanno marcia indietro, anche su sollecitazione dei Municipi e dei comitati. Lo portano in tutta fretta in aula dove emergono i noti mal di pancia della sinistra radicale. Approvato, e ora cosa si scopre? Che è tutto bloccato». Secondo Sardone «è sempre più evidente l'allergia della giunta a intervenire sui temi della sicurezza, purtroppo alle note posizioni ideologiche ora si accompagna una certa incapacità nell'applicare i regolamenti. Intanto i cittadini aspettano ciò che è normale amministrazione in tanti comuni, anche amministrati dalla sinistra.
Il disastro sui temi del degrado e della delinquenza a Milano è sempre più evidente, lo dicono tutte le classifiche sui reati. La responsabilità di chi amministra la città è chiarissima». Tra le 12 aree che saranno sorvegliate speciali (prima o poi) compaiono stadio San Siro, ex Porto di Mare, Porta, Navigli, ospedali San Carlo e Niguarda.
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