Lì dove c'era l'erba, ora c'è una latrina. In via Trevi e dintorni il parco è ormai diventato possesso esclusivo dei sudamericani e i residenti sono disperati. Ancora una volta in Zona 9, come per piazza degli Aquiloni, si ripropone la questione della convivenza con le comunità provenienti dal Sud America. «Mi sono dato dei tempi precisi – spiega Marco, 40enne che chiede di non utilizzare il suo vero nome per paura di ritorsioni – poi se qui non cambia qualcosa cambio casa: è dieci anni che andiamo avanti così». Tanti i problemi evidenziati da chi vive in quella parte della Zona 9: risse molto frequenti, spaccio, partite di calcio e pallavolo su cui c'è un giro di scommesse, abbandono di rifiuti di ogni genere e gente che utilizza gli spazi verdi come latrina a cielo aperto. «Non abbiamo grandi richieste – spiega Marco – vorremmo soltanto qualche intervento per scoraggiare l'imbarbarimento della zona, dove c'è anche una scuola il cui cortile diventa spesso un cestino dei rifiuti. Qualche punto luce per il parco, la manutenzione della vegetazione e l'accensione delle telecamere, se è vero, come ci hanno detto che sono spente». Richieste a cui il consiglio di Zona ha provato a rispondere votando sette documenti che appoggiano i desiderata dei residenti. Ma l'unico intervento è stato l'invio di una volante dei vigili per tre ore alla sera: «Noi li apprezziamo e li stimiamo – conclude Marco – ma sono soltanto due per cercare di controllare circa 300 sudamericani. E poi sono in servizio dalle 19 alle 21, mentre qui il casino inizia dopo». Duro l'intervento di Nicolò Mardegan, coordinatore di NoixMilano: «Il Parco Trevi è uno dei tanti buchi neri della Milano di Pisapia. Grazie alla totale assenza di controlli frutto del buonismo di questa giunta, il parco e tutta la zona è diventata off limits per i residenti, che hanno paura a muoversi dopo le sei di sera. Nemmeno la polizia locale ha il coraggio di mettere piede nel parco. Questa è la prova che le politiche di Pisapia hanno trasformato in ghetti i parchi pubblici e purtroppo, in questo come in molti altri casi, i milanesi non possono più frequentarli liberamente, avendo dal Comune zero tutela. Mi chiedo anche – conclude - quali strumenti e azioni abbia messo in campo il questore Luigi Savina, ad esempio contro le bande di latinos».
Il problema della convivenza con la comunità sudamericana è una costante per il quartiere, che poche settimane fa era stato agitato dall'ipotesi che una piazza venisse intitolata al Perù e dato in concessione esclusiva agli immigrati.
Le proteste dei residenti, raccolte dal consigliere di zona della Lega Nord Andrea Pellegrini, avevano spinto a una infuocata riunione dell'assise di zona: vista la grande preoccupazione espressa da molti cittadini presenti alla fine era stato proprio il console peruviano ad annunciare la rinuncia alla richiesta di quella intitolazione. Piazza degli Aquiloni è rimasta piazza degli Aquiloni, ma la questione sudamericana resta aperta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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