Resta in carcere lo stupratore dei bambini di SeregnoL'inchiesta

I racconti di tre ragazzini di Seregno, raccolti dai magistrati a pochi giorni di distanza dalle loro denunce, narrano la stessa storia di abusi, subiti in momenti diversi, da parte di un 26 enne amico di famiglia, arrestato lunedì dai carabinieri della Compagnia di Seregno. Sentito ieri mattina in carcere dagli inquirenti, il vicino di casa e stupratore resterà a San Quirico e, le sue carte, se le perizie su cellulare e pc lo confermeranno definitivamente, non passeranno a Milano, competente per i reati pedopornografici. Una storia drammatica, quella che ha squarciato la quiete di Seregno, un comune popoloso alle porte della Brianza, dove mai prima d'ora si era sentito parlare di violenza su minori, da parte di un così giovane uomo. E il dramma, secondo indiscrezioni, ha investito come un treno in corsa quattro famiglie, quella delle tre vittime e quella del presunto carnefice. I tre ragazzini che hanno denunciato le violenze, si conoscono tra loro, conoscono bene il loro aguzzino. Hanno spiegato agli inquirenti di aver giocato tutti e tre nello stesso quartiere, perché andavano nello stesso parco, da quando erano alle scuole elementari. Il 26enne accusato di averli violentati, abita ad un passo da loro, li ha visti crescere e indossare il primo grembiulino per la scuola. E' stato proprio allora, circa tre anni fa, che sarebbero iniziate le aggressioni sessuali.

Una reazione al contatto fisico con il “carnefice” da parte di uno dei ragazzini, notato dai suoi familiari, ha aperto il vaso di pandora e portato le tre famiglie alla denuncia. Se il loro dolore è grande, lo è anche quello della famiglia del giovane aggressore che non si dà pace per quanto accaduto.

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