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Il retroscena Trattative e scenari

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Voto anticipato? L’Udc non ci pensa proprio. «È facile dire elezioni subito, ma con la crisi economica e l’organizzazione dell’Expo già avviata e da portare a compimento... sarebbe una scorciatoia, ma non la scelta più responsabile» dice il capogruppo del partito in consiglio regionale, Gianmarco Quadrini. Il partito centrista difende il governatore Roberto Formigoni. E nel giorno in cui la sinistra, dal Pd all’Idv al Sel, insiste nell’addossargli la responsabilità politica delle inchieste per tangenti che colpiscono il Pirellone con cadenza ormai quasi quotidiana, il partito di Pierferdinando Casini lo invita a guidare «un governo di salute pubblica attingendo alle eccellenze della società civile lombarda».
Espressione molto democristiana, «governo di salute pubblica», per dire di esportare da Roma in Lombardia il modello Monti: un ampio schieramento politico a sostegno di una giunta composta il più possibile da tecnici. «C’è solo l’imbarazzo della scelta. Ci sono fior di personalità che potrebbero essere selezionate dalle categorie imprenditoriali e professionali, fior di nomi che possono dare un contributo» dice il consigliere regionale Enrico Marcora, il più vicino all’area di centrosinistra. Fu proprio lui il candidato scelto come alternativa di centro a sfidare Guido Podestà in Provincia. È lui a dire che «non possiamo accomunare tutti» e che «le istituzioni vanno salvaguardate e non possono essere discreditate». Poi saluta per entrare a un convegno su «Politica e sanità» con Roberto Formigoni. Attesi tra gli ospiti Bruno Tabacci e Paola Binetti. Prove di sintonia centrista.
Pierferdinando Casini è «assolutamente d’accordo», dicono gli esponenti dell’Udc. La posizione è unitaria che più non si potrebbe. Ieri si sono visti tutti gli esponenti dell’Udc e alla fine della riunione hanno sottoscritto una nota firmata dai tre consiglieri regionali (oltre a Quadrini e Marcora, c’è Valerio Bettoni) e da Christian Campiotti, segretario regionale. Campiotti è assessore provinciale a Varese in una maggioranza a guida leghista e questo dice molto dell’apertura dell’Udc verso il Carroccio, suo antico alleato in terra lombarda.
L’appello dell’Udc per un governo tecnico guidato da Formigoni è indirizzato anche alla Lega. Quadrini lo dice a chiare lettere: «Ci rivolgiamo a tutte le forze che vogliono assumersi le proprie responsabilità politiche. Siamo a un punto in cui nessuno può tirarsi indietro». Nessun dubbio sul governatore: «Roberto Formigoni ha l’autorevolezza per fare una cosa di questo genere. Ho apprezzato la sua disponibilità a una commissione, a un confronto serio e sereno sul tema della corruzione. Adesso ci vorrebbe un maggior coraggio da parte delle forze politiche».
A sinistra non sembra tirare aria da governo tecnico. «Non sosterremo mai una giunta guidata da Formigoni» dice l’esponente del Pd, Franco Mirabelli. Il capogruppo, Luca Gaffuri, si è unito al resto della sinistra nel chiedere elezioni subito. La scorsa settimana Formigoni ha incontrato Enrico Letta per discutere del caso Boni e delle mozioni messe a punto dall’opposizione. Contatti e relazioni sopravvivono. «Il Pd a sostegno di un governo tecnico? È tutta una situazione in divenire. Dipende dalla volontà politica...» dice un pragmatico Enrico Marcora.
Insomma, l’Udc sbandiera la convinzione che una nuova giunta guidata da Formigoni sia la soluzione migliore. E tra la sinistra radicale e i leghisti, opta per il verde padano. La tradizione di collaborazione al governo è lunga e consolidata, sia nella giunta regionale che in Comune, fino alla giunta Moratti. Lo strappo dal centrodestra è costato caro all’Udc alle elezioni.

A palazzo Marino il partito di Casini non ha neppure un consigliere e al Pirellone è totalmente uscito dalla stanza dei bottoni. Adesso sono in corso i lavori per riconquistare profili moderati. «Un governo Monti guidato da Formigoni» dice senza timori il neo eletto Campiotti, alleato varesino della Lega.

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