Riceve 213 sanzioni per una svista. Ma il giudice gli dà ragione e le annulla

L'automobilista, invalido, si dimentica di segnalare il numero di targa del suo nuovo veicolo. Multato più di duecento volte, ha dovuto impugnare tutti i verbali. Ed ha vinto

Riceve 213 sanzioni per una svista. Ma il giudice gli dà ragione e le annulla

Un automobilista viene multato duecento e passa volte per una svista ma, alla fine, un giudice gli dà ragione, annullando tutti i verbali. Una storia, per così dire, a "lieto fine".

L'automobilista è un invalido. Quando cambia automobile si dimentica di segnalare il nuovo numero di targa al Comune di Milano. La "svista" non passa inosservata alle telecamere che monitorano corsie preferenziali e gli accessi alle ztl. Quando all'uomo arrivano i primi verbali di contravvenzione si precipita in Comune e, oltre a segnalare la nuova targa, chiede l'annullamento delle multe in regime di autotutela. Il Comune, però, risponde picche. Alla fine, con 213 verbali sulle spalle, non gli resta che impugnarli tutti, uno ad uno. "Siamo stati costretti ad andare in udienza con il trolley pieno di verbali", sottolinea l'avvocato Marisa Marraffino, che ha seguito lo sfortunato automobilista. Ma ne è valsa la pena. Il giudice di pace Angela Ressa ha accolto il ricorso e annulato tutti i verbali impugnati.

La Corte di Cassazione, si legge nella motivazione, precisa che il rilascio da parte dell'autorizzazione in deroga ha validità di cinque anni ed è resa mediante apposito "contrassegno invalidi", strettamente personale e non vincolato ad uno specifico veicolo, da apporsi sulla parte anteriore del veicolo. Nel caso in questione il cittadino ha dimostrato di essere il titolare del contrassegno e la circostanza - si legge ancora - è da sola sufficiente, a prescindere dalla comunicazione della targa del veicolo utilizzato, per legittimare il transito nelle corsie riservate. Inoltre il Comune di Milano, "che aveva l'onere di dimostrare la legittimità delle pretese sanzionatorie, non ha provveduto a depositare i documenti fotografici attestanti le violazioni contestate".

"Ci sono molte persone nella sua stessa situazione - spiega l'avvocato

Marraffino -. Ogni volta devono però accollarsi l'onere di presentare ricorso perché in autotutela i verbali non vengono annullati, con il rischio di dover pagare anche le spese della procedura, com'è accaduto in questo caso".

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