Riecco il «milanese» Diabolik C'è anche il ritorno del gatto
La creatura della casa fondata da Angela Giussani in compagnia dell'amico Valentino. Esce tra un mese
La creatura della casa fondata da Angela Giussani in compagnia dell'amico Valentino. Esce tra un mese
Simone Finotti
È un fumetto decisamente «di-vino» quello che ci prepariamo a leggere fra un mesetto, quando nelle edicole sbarcherà il Grande Diabolik 2020, ultima fatica della squadra di Astorina, leggenda milanese della «nona arte» fondata nel 1962 da Angela Giussani.
L'appuntamento è di quelli da ricordare, per parecchio e tanti motivi: innanzitutto perché è il cinquantesimo della serie, inaugurata nel 1997 e divenuta ben presto una delle più amate dai fan del ladro-gentiluomo in tuta nera. Sarà apprezzata anche la nuova formula, con una storia lunga e due brevi. Poi perché segna il ritorno di Valentino, un geniale fuorilegge amico di Diabolik e soprannominato «il gatto» per la sua eleganza e agilità: imbattutosi casualmente in Diabolik tempo fa e presto entrato nelle sue grazie, altrettanto prematuramente era scomparso.
Dalla scena, ma non dal cuore dei lettori, che alla fine, a colpi di richieste alla redazione, l'hanno avuta vinta perfino sulla morte. D'altra parte, si sa, ogni gatto che si rispetti ha sette vite. E così Mario Gomboli (soggetto), responsabile della serie e anch'egli fumettista e illustratore, e Tito Faraci (soggetto e sceneggiatura), autore molto amato anche dal pubblico bonelliano, hanno confezionato questa inedita storia su misura per il redivivo Valentino, trovando una motivazione logica per la sua ricomparsa e affidando il tutto all'appassionato tratto di Giuseppe Di Bernardo, che ha pensato bene di riempire le tavole di veri felini. Risultato: «Tutte le vite di un gatto», un'avventura mozzafiato da leggere e vivere pagina dopo pagina.
Ma la sorpresa più curiosa è la breve storia disegnata da Giorgio Montorio, «Dietro il vetro»; sedici pagine che sanno di buon lambrusco. Sì, avete capito bene, ed è Gomboli a spiegarci perché: «Spesso capita che qualche fan chieda a Montorio un disegnino con dedica. Sempre gentile e disponibile, lui si arma di carta e matita e traccia con sicurezza le fisionomie di Diabolik, Eva o Ginko, a seconda delle richieste. Dopo pochi minuti il disegno sembra finito in tutti i dettagli, ed è proprio allora che succede l'imprevedibile: Giorgio intinge l'indice nel bicchiere di lambrusco che ha regolarmente davanti, e usa il dito come fosse un pennello per tracciare ombre e evidenziare punti di luce».
Ed è proprio con questa originale tecnica, tanto raffinata quanto difficoltosa, perché per ovvie ragioni non ammette errori o ripensamenti, che sono state realizzate le tavole della storia che ci attende: schizzo preparatorio, matita, aggiunte del tocco «di-vino» e... la creazione è compiuta. Il risultato dal vivo è affascinante, ma anche in bianco e nero ha il suo perché. Insomma, una vera chicca per collezionisti. Come se non bastasse, poi c'è anche questo: l'albo in questione ospita anche «Un altro io», un particolare racconto di Tito Faraci - che firma tutte le storie di questo GDK - e Elia Bonetti, in cui, per la prima volta, il protagonista non è Diabolik. Grande Diabolik 1/2020, 196 pagine, formato 16,5 x 21 cm., euro 5,40. In edicola dal 30 aprile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
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