C'è una sola via per risparmiare sul serio sulla spesa sanitaria: applicare una buona volta i costi standard, unico modo per tenere realmente sotto controllo la spesa pubblica e per evitare sprechi nelle regioni. Ne è convinto il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, che cerca di stringere i tempi sull'introduzione della riforma fiscale che porterebbe più equità nei finanziamenti alle regioni.
Altro che spendig review, altro che tagli lineari. «Solo con i costi standard - spiega Formigoni - si può risparmiare veramente. Finalmente il sistema è messo a punto».
I costi standard sarebbero l'antidoto a parecchi mali dei bilanci sanitari: premierebbero le regioni che funzionano ed eviterebbero sperperi in quelle con i conti già in rosso. Con più proporzione. In sostanza, se una regione spende di più rispetto alla cifre programmate, saranno i cittadini di quella regione a coprire la differenza di spesa. «Ci sono cinque regioni - ribadisce l'assessore lombardo alla Sanità Luciano Bresciani - che spendono per ogni cittadino meno di 1.800 euro all'anno. Sono le più popolose d'Italia: tutte le regioni del Nord più la Toscana. Le altre spendono di più». Ecco, quei 1.800 euro (per la precisione 1.750) potrebbero essere il costo standard da fissare per tutta Italia.
In quanto a conti, il metodo porterebbe a risparmiare 20 miliardi di euro in Italia: cinque volte tanto l'obbiettivo della spending review.
In Lombardia potrebbero essere una manovra alternativa ai tagli in arrivo. Che, solo per la sanità, ammontano a 163 milioni entro la fine del 2012, 326 milioni per il 2013 e altrettanti milioni per il 2014.
Oggi come oggi con la manovra Monti si abbatte sulla regione una mazzata sonora. A lanciare l'allarme sono gli stessi sindacati che tratteggiano uno scenario nuovo negli ospedali regionali. Con 12mila medici e infermieri in meno, un taglio di oltre 4mila posti letto e bilanci più risicati.
Non si esclude quindi un aumento dei ticket sanitari: nei prossimi mesi infatti il Pirellone potrebbe ipotizzare una diminuzione dei lombardi esenti dal ticket (oggi, per reddito o patologia, il 69% dei cittadini non paga) e un possibile aumento delle quote. Manovre che si cercheranno di scongiurare in tutti i modi, soprattutto cercando di migliorare il flusso dei finanziamenti dallo Stato. I costi standard, chiesti nuovamente da Formigoni, andrebbero in questa direzione.
La riduzione dei posti letto spaventa sì e no la Lombardia dove è già in atto una riforma, per ora in via sperimentale, per ridurre i tempi dei ricoveri e per differenziare l'assistenza. Il paziente cronico e quello bisognoso di cure e ricoveri lunghi non occuperà più i posti letto degli ospedali tradizionali ma verrà curato negli istituti a bassa intensità di cura, con infermieri e filo diretto con i medici. Questo significa meno tempi di attesa, meno costi.
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