La riforma della sanità. Così ci cureremo senza spostarci da casa

Una rete di strutture territoriali e tecnologia all'avanguardia: 2 miliardi di investimento

La riforma della sanità. Così ci cureremo senza spostarci da casa

203 case di comunità, 60 ospedali di comunità sparsi per il territorio, 101 centrali operative, punto di accesso fisico e virtuale alla rete di offerta finalizzato all'orientamento del cittadino all'interno della rete dei servizi, ambulatori sociosanitari, assistenza domiciliare, prevenzione: sono i pilastri della «legge di potenziamento della sanità lombarda» approvata martedì dal consiglio regionale. Una legge orientata a una sanità sempre più vicina ai cittadini, che rappresenta un vero «cambio di passo» che «già la Legge 23 aveva evidenziato e provato ad attuare, ma che a causa della carenza di risorse statali si era riusciti a realizzare in parte: passare dalla cura al prendersi cura - ha ricordato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana -. Con gli stanziamenti del Pnrr - ha proseguito - è stato finalmente possibile il cambio di passo e la legge appena approvata ci consente di riorganizzare l'offerta sanitaria e soddisfare il bisogno di salute dei nostri cittadini». Merito dei 2 miliardi di euro, di cui 1,2 dal Pnrr e 800 milioni stanziati dalla Giunta lombarda che permettono di concretizzare tutti quegli interventi che vanno a colmare della lacune e a migliorare i punti di debolezza, come il sistema di prenotazioni, la tecnologia a supporto della rete sanitaria, le liste d'attesa e la capillarità dei presidi. «Sappiamo di poter contare su un sistema sanitario eccellente a livello ospedaliero - ha commentato la vicepresidente e assessore al Welfare Letizia Moratti che ha così portato a termine uno dei principali obiettvi del suo mandato - ma la pandemia ha evidenziato quanto fosse necessario un potenziamento delle strutture di prossimità territoriali, di qui il lavoro svolto per il rendere ancora più efficiente la sanità lombarda».

«Questa riforma è stata costruita con i lombardi in tempi record», ricorda Emanuele Monti, presidente della Commissione regionale Sanità e relatore della legge: 300 audizioni, 4 convegni, migliaia di incontri con sindaci, ordini dei medici, ordini delle professioni sanitarie e oltre 160 ore di dibattito in Consiglio e regionale. La legge, «prevede l'istituzione di un board formato da dirigenti di Ats, Asst e dell'assessorato al Welfare che avrà il compito di governare le scelte». «Si tratta di una legge ambiziosa e di ampio respiro, con la quale la Lombardia si prepara ad affrontare le sfide del futuro nel migliore dei modi, guardando al mondo post pandemia - commenta Gianluca Comazzi, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale -. In questi anni la Lombardia ha lavorato duramente per superare l'emergenza Covid, dare impulso a una campagna vaccinale dagli esiti straordinari e approntare una riforma della sanità che punta su tre aspetti fondamentali: un sistema globale di cure One Health, un sano bilanciamento pubblico - privato, all'insegna del principio della libertà di ogni cittadino di scegliere il percorso di cure che ritiene più adatto a sé e un potenziamento capillare della rete sanitaria territoriale, affinché anziani, fragili e chi vive nei territori possa godere di un'attenzione costante all'insegna della continuità del percorso di cure».

Le prossime tappe prevedono un primo appuntamento il 10 dicembre con la consegna all'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali dell'elenco delle case e degli ospedali di comunità fornite dai Comuni.

Queste strutture saranno realizzate in edifici del patrimonio regionale con l'obiettivo di aprire «un ospedale di comunità e 2 case di comunità per provincia entro la fine dell'anno» ha assicurato Moratti. «Dopodiché avremo una prima interlocuzione tecnica con il Governo entro il 10 dicembre, per poi procedere all'invio di una successiva proposta entro il 20».

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